La prima volta di Pisapia “Ma il bilancio è a rischio”

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MILANO – Una città  che «vuole tornare ad essere la capitale morale ed economica del nostro paese», dopo che i milanesi hanno deciso «di aprire una nuova stagione politica». È un discorso che vola alto quando dice di voler trasformare «il sogno in realtà », per poi tornare sulla terra delle piccole cose quotidiane, quello che il sindaco Giuliano Pisapia pronuncia in un’aula per quasi due terzi fatta di volti nuovi, e di molte donne, a Palazzo Marino. 

L’insediamento del consiglio comunale – il primo momento ufficiale davvero collettivo dopo le elezioni che hanno segnato il rovescio del berlusconismo nella sua capitale – è fatto di alte parole, di milanesi raccolti in piazza ad ascoltarle, ma anche dei primi incroci di spade con l’ex maggioranza di centrodestra. Con il sindaco bocciato dai milanesi, soprattutto: quella Letizia Moratti che, mentre contesta il discorso del suo successore viene fischiata a gole spiegate dai cittadini radunati all’esterno. Fischi così forti che arrivano in aula chiari come gli applausi per Pisapia. Per lui, e per la sua maggioranza, sarà  una grande responsabilità  rispondere alla grande aspettativa dei milanesi. Lo sa, e non lo nega. «A Milano è tornata al centro – dice – un’Italia che sembrava nascosta e che chiede a chi è stato eletto coraggio nell’immaginare, e nel costruire un futuro migliore per tutti». Per ora, però, dopo aver messo d’accordo il Pd deve incassare qualche mal di pancia sulle scelte fatte per la giunta (Idv e Radicali lo dicono apertamente), e l’opposizione tenta in tre votazioni di non far eleggere il presidente su cui aveva espresso il suo favore lo stesso Pisapia: ma non ci riesce, e Basilio Rizzo, storico rappresentate della sinistra radicale, si insedia mettendo sul suo banco una copia della Costituzione. È sulla stessa linea Pisapia, quando cita e ringrazia il presidente della Repubblica e il cardinale Dionigi Tettamanzi, e chi vuol intendere – a iniziare dai leghisti – intenda.
Non manca, nel discorso inaugurale, un passaggio su cui è certo ci sarà  battaglia. «Un primo esame conferma un andamento assai negativo delle entrate di bilancio»: vuol dire che non ci sono soldi né per le spese correnti né per il rispetto del patto di stabilità . «Sull’effettiva situazione rispetto a quella che ci è stata comunicata, faccio fin d’ora ogni riserva e darò immediate comunicazioni non appena terminate le verifiche». Segna, come primo, piccolo esempio di sobrietà , l’utilizzo per tutti (lui per primo) di Punto bianche e non di auto blu. Ma i sacrifici veri dovranno esserci per tutti, se è vero che i soldi nelle casse comunali non ci sono. Tocca a Letizia Moratti tentare la difesa della sua amministrazione. Lei, che nonostante sia stata sindaco per cinque anni nell’aula del Consiglio si è vista pochissimo, siede tra i suoi nuovi colleghi consiglieri, e apre il suo discorso con una frecciata a Pisapia. La sua, dice, è una «relazione generica e retorica che io non mi sento di votare, perché non risponde alle straordinarie vitalità  della nostra città ». Risponde piccata proprio all’accusa del bilancio in rosso: «Non vorrei che il suo accenno al bilancio sia per mettere le mani avanti per toccare le tariffe e la partecipazione all’Irpef». Impermeabile ad ogni involontario effetto comico – lei non è entrata nel gruppo Pdl ma fa gruppo a sé, e il Pdl dopo faide interne ha scelto un capogruppo a termine – attacca: «Su questi punti come opposizione saremo fermissimi».

 


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