NIGERIA. Bimbi usati come «cavie umane», la Pfizer paga indennizzi alle famiglie
I parenti di quattro minori deceduti hanno per il momento ricevuto ciascuno l’equivalente di circa 123.000 euro. La sperimentazione è stata condotta durante un’epidemia di meningite nello stato con un farmaco ancora non approvato dall’ente americano su 200 bambini, senza ottenere dai loro genitori il cosiddetto «consenso informato». Secondo testimonianze dei genitori e del personale dell’ospedale in cui è stato condotto, il test è stato portato avanti in una sessione chiusa, in cui operava solo il personale della Pfizer. La multinazionale aveva ottenuto il permesso di condurre questo test grazie alla compiacenza dell’allora governo federale 8allora guidato dal dittatore Sani Abacha). Alla fine, dopo che i dottori della Pfizer se ne erano andati, 11 bambini sono morti e molti altri hanno subito deformità permanenti, anche se non è mai stato possibile stabilire se i decessi e le malformazioni fossero stati il risultato della somministrazione del farmaco piuttosto che i sintomi della malattia.
I versamenti sono giunti solo 15 anni dopo i fatti a causa di un lungo contenzioso giudiziario, che ha visto la Pfizer essere messa sotto accusa sia da una corte federale che da una corte statale di Kano. Alla fine, la multinazionale americana ha deciso di patteggiare gli indennizzi, e ha richiesto test del Dna richiesti dalla ‘Pfizer’ per identificare le vittime. I primi pagamenti rispondono ai risultati di otto test su 546 prelievi effettuati, secondo Abubakar Bashir Wali, che guida il comitato che ha chiesto gli indennizzi. Il caso si era concluso con un accordo amichevole tra l’azienda farmaceutica e le autorità di Kano. A lungo la ‘Pfizer’ ha negato ogni responsabilità sostenendo di aver ottenuto il consenso orale dei genitori e dei tutori dei bambini e l’autorizzazione del ministero della Sanità di Kano (documento questo contestato dai querelanti), e che i danni inflitti fossero una conseguenza della meningite e non del farmaco, peraltro non commercializzabile nell’Unione Europea (e ritirato anche dal commercio negli Stati uniti). Ha infine accettato di finanziare programmi sanitari a Kano mettendo a disposizione un fondo pari a circa 24,5 milioni di euro per risarcire le vittime.
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