Germania, paura per Benedetto XVI un folle spara prima della messa

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ERFURT – Quattro colpi esplosi da un fucile ad aria compressa, a ottocento metri dal luogo dove il Papa due ore dopo avrebbe celebrato messa, hanno tenuto ieri in fibrillazione la sicurezza attorno al Pontefice. Benedetto XVI non si è accorto di nulla, ha saputo dell’incidente solo più tardi, e affrontato i suoi incontri regolarmente. Ma la visita di quattro giorni di Joseph Ratzinger in Germania, per alcune ore è passata in secondo piano, concentrandosi sul gesto di un trentenne tedesco che la polizia ha arrestato e poi torchiato fino a tarda notte.
Una giornata, quella del Papa, infine non turbata dall’episodio, avvenuto tra le 7 e le 8 di mattina nella città  della Turingia, entro il territorio della ex Germania Est, dove l’uomo, prima della messa che il Pontefice avrebbe celebrato nella Piazza del Duomo, si è messo a sparare da un sottotetto di un appartamento con un’arma “Flobert” in direzione di due addetti alla sicurezza. Uno dei due, una donna di un’agenzia privata, è rimasta ferita molto lievemente a una gamba. L’appartamento è stato circondato dalla polizia, e il trentenne non si è presentato alla porta per alcune decine di minuti. Poi gli agenti sono riusciti a entrare e lo hanno arrestato. Dovrà  rispondere di tentate lesioni personali. Nella casa che occupava a Erfurt, risultata da poco in affitto, gli sono stati sequestrati un fucile e una pistola ad aria compressa.
La polizia ha spiegato che l’episodio «non ha nulla a che fare con la visita del Papa». Ma ancora a tarda sera non erano state rese note né le generalità  dell’uomo (originario di Erfurt ma residente a Berlino), né tantomeno i motivi che lo avevano portato a sparare pallottole ad aria compressa proprio la mattina in cui il Papa tedesco avrebbe celebrato messa in una città  blindata da 5800 agenti, presenti nella cintura del percorso papale uno ogni tre metri. Fonti della polizia hanno infine riferito che il trentenne avrebbe agito perché esasperato dalle imponenti misure di sicurezza. Non è escluso che possa trattarsi di un folle.
Del fatto naturalmente nessuno si è accorto tra i 28 mila nella piazza del Duomo di Erfurt, mentre il Papa iniziava una lunga giornata che lo avrebbe portato a fine mattinata a Friburgo, nel Baden Wuerttemberg. Per qualche ora, però, si è materializzato l’incubo che aleggia sugli eventi pubblici dei Grandi della Terra: quello della possibilità  di un attentato. Non è la prima volta che l’allarme scatta per la sicurezza di Benedetto XVI. Nulla a che vedere con l’attentato fatto il 13 maggio 1981 da Mehmet Ali Agca contro Karol Wojtyla in piazza San Pietro. Ma anche per Ratzinger ci sono state, nel corso del tempo, minacce più o meno fondate, che hanno allertato la Gendarmeria vaticana e le forze dell’ordine dei Paesi di volta in volta visitati. Il caso più noto, anche perché avvenuto in mondovisione, è quello della notte di Natale del 2009. Benedetto stava lasciando la Basilica di San Pietro a conclusione della messa, e una giovane svizzera, Susanna Maiolo, poi definita come una squilibrata, tentò di raggiungere il Papa: riuscì in un lampo a scavalcare le transenne e ad affrontare Benedetto facendolo cadere senza conseguenze. La giovane, prima di tornare in Svizzera, fu ricevuta da Ratzinger che la perdonò. Ieri, nonostante l’incidente, il Papa appariva in forma e di ottimo umore.


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