“Un sms per l’Italia” così il Fai salva la cultura dimenticata

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ROMA. Il governo mortifica un patrimonio di bellezza e ricchezza accumulato in secoli di storia, ma, dal basso, parte la proposta di ricostruzione di un’identità  nazionale in cui la produttività  nasce dalla tutela del territorio e della sua storia. È il Fai, Fondo Ambiente Italiano, a lanciare l’appello alla difesa dei tesori d’arte e del paesaggio con la campagna «Ricordati di salvare l’Italia» che ha tra i suoi testimonial Carlo Verdone, Monica Guerritore, Federica Pellegrini, Lucio Dalla, Dacia Maraini.
«Da una ricerca che abbiamo commissionato risulta che tre italiani su quattro ricordano perfettamente il crollo che ha colpito Pompei nel novembre del 2010», spiega il direttore del Fai Marco Magnifico. «Lo ricordano perché quel crollo è l’emblema del disastro che si sta abbattendo sul nostro patrimonio storico e paesaggistico. Il ministero dei Beni culturali tra il 2009 e il 2011 ha perso quasi un terzo delle sue risorse: è stato il più colpito. Oggi possiamo permetterci solo il 54 per cento dei restauri che venivano curati nel 2007».
Se il governo stacca la spina alla cultura, il Fai chiede una risposta ai 5 milioni di italiani che hanno visitato i 23 beni monumentali che l’associazione apre regolarmente al pubblico: un sms che vale 2 euro da inviare entro ottobre al 45506. Con questi fondi si completerà  il piano 2011 che ha reso fruibili tre beni (il negozio-vetrina creato da Carlo Scarpa per Adriano Olivetti a Venezia, in Piazza San Marco; la Villa dei Vescovi, gioiello dell’architettura cinquecentesca nei Colli Euganei; il bosco di San Francesco, alle spalle del sacro Convento, il primo restauro paesaggistico del Fai che sarà  concluso a novembre) e si avvierà  il recupero di altri gioielli dell’arte e del paesaggio.
A cominciare da Punta Mesco, un promontorio dalla vista mozzafiato tra Levanto e Monterosso, accanto al parco delle Cinque Terre. Per continuare con 200 ettari di boschi e pascoli in quota, sulla via che passa sulle Alpi Orobie (verrà  messo in funzione un rifugio di montagna per rilanciare il turismo estivo e invernale). E con la Torre Campatelli, l’unica torre di San Gimignano rimasta perfettamente vuota, così com’era nel Trecento (sarà  anche l’unica visitabile).
«Noi crediamo che, nonostante tutto, questa battaglia si possa vincere perché i segnali che arrivano dagli italiani non coincidono con i messaggi di resa e abbandono che piovono dall’alto», ha ricordato il presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni. «Dal 1999 al 2009 la spesa in cultura delle famiglie italiane è aumentata del 24,3 per cento e il trend non si è arrestato neppure nei primi sei mesi di quest’anno, con la crisi che mordeva i redditi».
«Abbiamo un presidente del Consiglio che si interessa a tutto fuorché alla cultura», ha concluso il presidente del consiglio superiore dei Beni culturali Andrea Carandini. «Ma se questa iniziativa funzionerà  sarà  un messaggio chiaro di cui i politici dovranno tenere conto».


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