Intesa stringe il cerchio sull’erede di Passera
MILANO – I maggiorenti di Intesa Sanpaolo lavorano alacremente per trovare il successore di Corrado Passera. Ma il nome ancora non ci sarebbe, e non è detto che il consiglio di gestione di martedì 22 ridarà un leader alla maggior banca italiana. Non bisogna sbagliare candidato, che sarà probabilmente esterno; ma neppure indugiare, pena possibili ritorsioni del mercato, che ieri ha dato segnali al titolo (-2,94%, peggio dell’indice bancario).
Intanto anche in casa Unicredit, che ha appena deliberato un aumento di capitale da 7,5 miliardi, la tensione è in aumento. Le Fondazioni socie sono in difficoltà per la decisione di non erogare il dividendo a Piazza Cordusio, dopo svalutazione di avviamenti per 8,6 miliardi. «Qualcuno dovrà spiegare la svalutazione: era necessaria? È negligenza o incapacità ? – ha detto Giovanni Puglisi, presidente dell’ente BdS che ha lo 0,32% di Unicredit –. Vogliamo risposte chiare, anche dai sindaci della banca». La sua Fondazione sosterrà la banca» nell’aumento, ma l’esborso porterà a «quasi azzerare le erogazioni nel 2012». Martedì Cassamarca di Treviso che ha lo 0,7% di Unicredit e sta studiando l’aumento, ha sospeso le erogazioni fino al ritorno dei dividendi, e tagliato del 20% i compensi ai consiglieri.
Tornano in casa Intesa le dimissioni dell’ad, attese ma non con tanta celerità , hanno azionato la liturgia imperniata su ruolo e personalità di Giovanni Bazoli. Il presidente ha avviato, già da inizio settimana, consultazioni con i grandi azionisti (le cinque Fondazioni San Paolo, Cariplo, Cariparo, Carifirenze, Carisbo) chiedendo loro di esprimere pareri. In queste ore il professore bresciano sta tastando il polso ai papabili. Domani, verso pranzo, Bazoli farà il punto della situazione con gli enti. Se esce il nome buono, martedì potrebbe essere nominato, oppure si prenderà qualche giorno in più. La partita è complicata: serve un manager capace di entrare in corsa in un’azienda grande e complessa, senza urtare le sensibilità dei dirigenti interni. Questi sperano in una promozione interna, o almeno in un esterno “spaccatutto”, di tale prestigio da zittire tutti. La prima condizione potrebbe soddisfarla l’ex dg Pietro Modiano (ora in Tassara), ma il suo ritorno metterebbe in imbarazzo Marco Morelli, il dg vicario che da statuto ha preso le deleghe di Passera. La seconda condizione vale per calibri come Vittorio Colao (Vodafone) e Andrea Orcel (Bofa); ma le prospettive di banca commerciale in Italia nel breve-medio termine rendono difficile arruolare simili manager. Altri banchieri italiani, stimati da Bazoli e su cui si potrebbe puntare sono Giampiero Auletta Armenise (ex Ubi), Giovanni Gorno Tempini (Cdp), Victor Massiah (Ubi), Fabio Gallia (Bnl).
Ieri Giuseppe Guzzetti, presidente di Cariplo, era a Torino e ha avuto un breve colloquio con la vicepresidente della Compagnia Sanpaolo, suor Giuliana Galli. Nel pomeriggio, rientrato a Milano, è stato un’ora in Ca’ de Sass, insieme a Bazoli con cui ha un asse storico. «La scelta del nuovo ad è nelle mani del professor Bazoli, dunque aspettiamo lui – ha detto -. Al momento non sono in agenda incontri, ma poiché sono azionisti importanti sicuramente lo faranno».
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