E ora la Chiesa apre il dossier sull’Ici

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CITTà€ DEL VATICANO – Affrontare la tempesta dell’Ici e uscirne a testa alta. Per il bene della Chiesa e dell’Italia. In Vaticano la Segreteria di Stato sta pensando a come gestirla. Facendo, se possibile, dei passi concreti. Un primo, chiaro segnale si è avuto l’altra sera, quando il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, uscendo da una cerimonia all’Ara Pacis, si è insolitamente dilungato con i giornalisti a parlare della crisi. «I sacrifici fanno parte della vita», ha detto il braccio destro del Papa. Che poi ha aggiunto, pur spiegando che «la Chiesa fa la sua parte, soprattutto a favore della fasce più deboli», una frase significativa. «Il problema dell’Ici – ha affermato – è un problema particolare: un problema da studiare e da approfondire».
Una presa di posizione non vittimistica, dunque, che porta Bertone a dichiarare pubblicamente di voler riflettere sul tema dell’imposta. E, molto probabilmente, con un approccio diverso.
Ma per operare in questo senso occorrono gli uomini giusti. Circola l’idea di come il segretario di Stato una persona sotto mano per questo tipo di studio e approfondimento, che considera necessario, l’abbia già . E cioè il professor Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, chiamato nel 2009 dal Papa e dallo stesso Bertone a risanare l’Istituto da alcune gestioni passate, e che gode di fiducia tanto nell’Appartamento papale quanto ai piani della Segreteria di Stato.
Sulla questione interviene anche il ministro alla Cooperazione, il cattolico Andrea Riccardi, che intervistato su RaiTre dice: l’Imu va pagata dalla Chiesa per immobili dove si esercitano attività  commerciali. «Vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l’imposta viene pagata e intervenga».
La questione Ici è guardata ora in Vaticano come un argomento delicato, nella versione di Bertone. E l’attitudine mostrata da Gotti Tedeschi a risolvere questioni economiche complesse potrebbe avere buon gioco nella considerazione della Gerarchia ecclesiastica. Essenziale, in questo caso, un’intesa di fondo con il governo Monti, e soprattutto l’interazione con la Conferenza episcopale. Ieri Avvenire è tornato a difendere la Chiesa dalle polemiche legate alle esenzioni Ici ripubblicando l’editoriale uscito mercoledì, con l’avvertimento “repetita iuvant”, e continuando a definire una «menzogna» il fatto che il Vaticano non paghi la tassa sugli immobili.
La rivista Micromega ha reso noto che l’appello che «chiede di eliminare i privilegi sull’Ici goduti dalla Chiesa» ha superato quota 75 mila firme. «Con l’iniziativa – viene sottolineato – si è schierata anche Barbara Spinelli: “E’ scandaloso – ha scritto l’editorialista sul sito di Micromega – che la Chiesa italiana chieda più equità  nella manovra e non sia sfiorata dal dubbio che anche lei debba contribuire ai sacrifici chiesti agli italiani”».


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