Un mandato da 14 mila euro al mese

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ROMA — Quanto guadagnano i parlamentari italiani? Dopo le piccole riduzioni applicate a fine settembre scorso, per quanto riguarda i deputati lo stipendio base, che viene indicato come indennità , ammonta a 5.246,97 euro netti al mese, che scendono a 5.007,36 per chi svolge un’altra attività  lavorativa. Se poi il deputato versa la quota aggiuntiva per la reversibilità  dell’assegno vitalizio (cioè per far percepire il trattamento al proprio coniuge in caso di morte), allora l’indennità  netta scende rispettivamente a 4.995,34 e a 4.755,73 euro. Questi importi non conteggiano le tasse locali, che mediamente incidono per circa 250 euro al mese. È prevista poi una riduzione del 10% per la parte del reddito che supera i 90 mila euro lordi all’anno e del 20% sopra i 150 mila euro. E questa è solo l’indennità . Perché poi ci sono altre voci che fanno lievitare la busta paga. Ogni deputato infatti percepisce una diaria mensile pari a 3.501,11 euro netti, anche se tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza nelle sedute di assemblea con votazione elettronica. Per scongiurare però la decurtazione, è sufficiente partecipare al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Non finisce qui. Come recita il sito della Camera, «a titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto fra eletti ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile erogata tramite il gruppo parlamentare». E cioè altri 3.690 euro netti al mese. In compenso, «ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990». Già . Ma l’elenco dei rimborsi resta comunque sostanzioso: non solo i deputati usufruiscono di tessere per autostrade, ferrovie, traghetti e voli nazionali, ma incassano 1.107,9 euro al mese per i trasferimenti da casa o dal Parlamento agli aeroporti, cifra che sale 1.331,60 euro se la residenza dista a più di 100 chilometri da un aeroporto. Ancora, ci sono 258,22 euro al mese di spese di telefono. E poi assistenza sanitaria estendibile ai familiari. E per chiudere in bellezza la legislatura, la ricca liquidazione: un assegno di circa 9.600 euro per ogni anno (o frazione di anno non inferiore ai sei mesi) di mandato effettivo, seguito dal vitalizio. Tirando le somme, in busta paga l’importo base per un deputato sfiora i 14 mila euro al mese, più i benefit. A queste voci si aggiungono altre indennità  e vantaggi per una nutrita pattuglia di onorevoli. Il presidente della Camera, i suoi quattro vice, i tre questori e i 14 presidenti delle Commissioni permanenti, hanno diritto non solo alla macchina con autista, ma anche a indennità  aggiuntive che oscillano fra gli 800 e i 5 mila euro netti al mese. Per le cariche più alte c’è anche l’appartamento di servizio. Per i presidenti delle numerose altre commissioni e per i 28 vicepresidenti di quelle permanenti, invece, niente auto blu, ma «solo» l’indennità  supplementare. Il trattamento riservato ai senatori è addirittura migliore. La somma complessiva delle varie voci, fra indennità  e rimborsi, può superare i 14 mila euro. E in più le facilitazioni (cioè tessere gratuite) per autostrade, treni, traghetti e voli nazionali, continuano a valere per i dieci anni successivi alla fine del mandato. E rispetto ai colleghi europei? Il confronto è solo indicativo, perché indennità  e rimborsi vengono erogati secondo criteri differenti. In ogni caso, facendo il raffronto delle retribuzioni legate alle voci fisse, i parlamentari italiani percepiscono in media 11.700 euro netti al mese, mentre la media dell’area euro è di 5.339 euro. I parlamentari austriaci incassano 8.882 euro al mese, gli olandesi 7.177, i tedeschi 7.009, i francesi 6.892, gli irlandesi 6.839 e via via a scendere gli altri, con una differenza: in molti Paesi ci sono da aggiungere a queste voci i rimborsi, ma solo per le spese realmente effettuate. In Italia i rimborsi invece sono diventati parte dello stipendio con un regime forfettario che in molti casi non richiede giustificativi delle spese sostenute.


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