Accordo in bilico per Fincantieri Cassa integrazione a rotazione

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Alla fine anche Genova sarà  costretta a firmare un accordo separato. «Dopo il deserto costruito dagli altri cantieri a partire da Monfalcone non avevamo altra scelta», commenta un operaio. Ieri sono stati fino a sera sotto Confindustria, al gelo, ad attendere il risultato di un tavolo in bilico per ore. Un incontro che si è magicamente materializzato appena uscita la notizia che gli operai avevano pianificato una marcia compatta sul Festival di Sanremo con i pulmann già  prenotati per ieri mattina. Uno schiaffo indigeribile per l’azienda e il rischio di una mediatizzazione totale. Intanto erano falliti vari tentativi di salvataggio del cantiere genovese, persino quelli sponsorizzati dal ministro dello sviluppo Corrado Passera.
Ieri ai piani superiori del grattacielo sulla stazione di Brignole, nella sede dell’associazione degli industriali, i vertici di Fincantieri sono partiti col piatto forte: 370 esuberi su 741 operai (di cui 300 già  in cassa integrazione). In pratica si parte col progetto di dimezzare i «diretti», in cambio un lavoro per sei o sette mesi con una chiatta da trasporto. Succede di tutto. Come scrive in un sms un delegato sindacale presente all’incontro: «liti e urla, ora iniziamo a trattare». Per miracolo dopo 180 ore di sciopero portati avanti a fatica dalla Fiom e le spaccature con «accordi separati» a Muggiano e Riva Trigoso e nel resto dell’Italia, ieri tutti i sindacati liguri e nazionali si trovano d’accordo: no agli esuberi. Almeno così riferiscono in una pausa verso l’ora del tè. «Qui non si manda a casa nessuno, semmai parliamo di eccedenze, che siano cassa integrazione a rotazione o altri meccanismi, ma a cantiere aperto – commenta il responsabile nazionale della cantieristica per Fiom, Alessandro Pagano – Tra l’altro qui non si può neppure contare sulle pensioni. Questo è un cantiere di giovani, gli aventi diritto alla pensione con i criteri attuali sono solo 15». Il delegato sindacale Fiom Giulio Troccoli traduce: «liste di nomi da mandare a casa non ne vogliamo; se si parla di crisi e quindi di cig a rotazione, allora si ragiona. Vogliamo parlare del futuro del cantiere alla fine del 2012 o più avanti». La Fim sottolinea che «finalmente, a differenza del piano di dicembre, oggi ci hanno detto che la Fincantieri di Sestri ha una missione: farà  il cruise con Monfalcone, naviglio speciale e le officine potranno essere utilizzate anche per grandi manufatti non navali. In pratica ci danno la chiatta in cambio di una riorganizzazione del cantiere. Quel che è chiaro è che se riprende il mercato ci sono delle speranze, altrimenti la situazione è difficile per tutti i cantieri, anche quelli dell’Adriatico». 
Il segretario nazionale Fim Alberto Monticco dice che aspetta di leggere il testo, ma «c’è un clima positivo». Anche Antonio Apa della Uilm dice che «sull’eccedenza di 370 persone non siamo d’accordo». Siccome però l’altro ieri aveva riferito a un giornale che l’azienda avrebbe chiesto 300 esuberi, il segretario provinciale della Fiom, Francesco Grondona, entra all’incontro dicendo «non so che cosa ci diranno. Chiedetelo ai maghi Zurlì che sanno tutti». Mentre chiudiamo l’incontro è ancora in corso. La bozza di accordo comunque andrà  in assemblea. 
Intanto domani una nuova udienza del processo a 19 operai e dirigenti sindacali accusati di aver forzato una sbarra del cantiere nel dicembre 2009, quando era previsto, all’interno dell’azienda, un incontro pubblico con istituzioni compreso il presidente della Regione e i cittadini. L’accusa: «danneggiamento».


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