Sette migranti su 10 in condizioni di disagio, il 10% malato di stress

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ROMA – Oltre 7 stranieri su 10 in Italia vivono in condizioni di grave disagio e più 1 su 10 soffre di un disturbo post traumatico da stress. Sono alcuni dei dati emersi oggi nell’undicesimo convegno dell’Italian National Focal Point – Infectious Diseases and Migrant, in corso all’Istituto Superiore di Sanità .
“Su un campione di 391 migranti visitati nel servizio di medicina generale del poliambulatorio Caritas di Roma per persone in condizione di fragilità  sociale (immigrati non inseriti e richiedenti asilo), il 73,65% riporta gravi difficoltà  di vita in Italia e più del 10% soffre di un disturbo post traumatico da stress (Ptsd) – riassume Enrico Garaci, presidente dell’Iss -. Inoltre, per ogni difficoltà  post-migratoria in più, il rischio relativo di avere un Ptsd aumenta di 1,19 volte”.
E di difficoltà  un migrante in Italia può incontrarne molte: sociali, lavorative, abitative, di accesso alle cure, di discriminazione. A questo si aggiunge poi la preoccupazione per le famiglie lasciate in patria, lontane. Sono tutti fattori ritraumatizzanti che possono far insorgere o peggiorare i sintomi del disagio psicologico. Disagio che si traduce in uno stato emotivo di forte allarme, con pensieri ricorrenti delle esperienze traumatiche vissute, con difficoltà  a concentrarsi, insonnia, incubi, tendenza a isolarsi, dolori e altri sintomi psicosomatici. “Le persone in questo stato hanno grandi difficoltà  nella vita quotidiana – sottolinea Massimiliano Aragona, psichiatra del progetto Caritas “Ferite Invisibili” -. Perciò sono più vulnerabili, da proteggere e curare, altrimenti possono avere serissime difficoltà  a integrarsi nel tessuto della nostra società “.
“I dati emersi oggi ci confermano che il concetto di cura è un concetto globale – conclude Garaci – e va oltre il singolo intervento terapeutico. è fondamentale un’attenzione altissima alla sofferenza psichica che può riflettere forti disagi materiali senza dimenticare mai che anche lo sradicamento e la solitudine possono far ammalare altrettanto il corpo in quell’unità  indivisibile che è la persona”. (gig)

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