Tasse restituite troppi Passi indietro ma la soluzione c’è

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Soprattutto perché arriva in un momento estremamente delicato in cui il dramma degli «uomini dimenticati» e delle loro vedove si impone con la forza dei suoi sentimenti e delle sue immagini. È l’antropologia della crisi che si prende la rivincita sullo spread e su tutte le forme di misurazione tecnica/asettica della crisi. Però, se si vuole davvero dare un segnale di rassicurazione e invertire almeno parzialmente il mood del Paese, il vero nodo che il governo Monti è chiamato nei prossimi giorni a sciogliere riguarda i mancati pagamenti della pubblica amministrazione alle piccole imprese. Quante volte ne abbiamo scritto? Stento a ricordarlo ma purtroppo il macigno è ancora lì. Il 19 aprile scorso si è tenuta a Roma un’importante riunione alla quale hanno partecipato il ministro Corrado Passera e i vertici dell’Associazione bancaria. Al termine di quella seduta, sulla base forse di qualche fraintendimento, era sembrato che (quasi) tutto fosse risolto. L’impressione di oggi non è la stessa e non solo per la mera constatazione che da allora sono passati 15 giorni e niente di risolutivo è accaduto. Pare di capire che esistano ancora delle opinioni differenti. Come è noto non è sufficiente un accordo tra banche e imprese, c’è bisogno anche che il governo emani dei decreti attuativi che convalidino la certificazione dei crediti, estendano l’intervento del Fondo di garanzia nei confronti dei mancati pagamenti della pubblica amministrazione e che, infine, regolino la delicata questione della compensazione tra debiti delle imprese verso il fisco e crediti. E proprio il fatto che quest’ultimo tema abbia in qualche modo diviso il governo da uno dei maggiori partiti che lo sostiene (il Pdl) ha rallentato la soluzione del problema. Il risultato è che le banche sono diventate più sospettose sulla reale volontà  dell’esecutivo di offrire garanzie e tutta la catena decisionale si è fermata. Ma chiunque abbia la testa sulle spalle capisce che non ci possiamo permettere un ulteriore stop. Ed è stato giusto quindi avviare un negoziato parallelo con Bruxelles per evitare un aumento anche solo contabile del debito pubblico.


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