Il film della discordia La fine di Bin Laden in sala a dicembre ma già  divide gli Usa

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ROMA – La voce fuori campo dice: «Stiamo spendendo milioni di dollari e ancora non siamo neanche vicini alla sfida con il nemico», e sembra essere quella di Barack Obama. Così inizia il trailer di Zero Dark Thirthy, il nuovo film di Kathryn Bigelow sull’attacco americano che portò alla cattura e all’uccisione di Osama Bin Laden, il 2 maggio 2011 ad Abbottabad, Pakistan. L’assaggio di un solo minuto per un film che ancor prima di essere girato ha scatenato polemiche e accuse molto pesanti negli Stati Uniti alimenta il polverone politico-giornalistico. Una scritta: «Ecco come è accaduta la storia che pensi di conoscere», che appare durante il trailer potrebbe gettare benzina sul fuoco e giocare contro la regista e il suo sceneggiatore Mark Boal (già  premi Oscar 2008 per The Hurt Locker).
Vorrebbe quindi dire che Bigelow e Boal sveleranno i misteri che ancora avvolgono la notte in cui la squadra numero sei di Seal, reparto di forze speciali della Marina Americana, penetrò nel compound del capo di Al Qaeda? E, se così fosse, chi avrebbe fornito all’unica regista premio Oscar e al suo sceneggiatore (ex corrispondente di guerra) informazioni riservate? «Nel film non ci sarà  politica» ha scritto Mark Boal mercoledì scorso in una mail all’agenzia Reuters. «E non c’è neanche il personaggio di Obama. Saranno in molti a esserne sorpresi». Anche perché Michael Lynton, amministratore delegato della Sony, distributrice di
Zero Dark Thirthy, è sostenitore e tra i finanziatori della campagna di Obama. I primi attacchi contro il film arrivarono da un senatore repubblicano, Peter T. King, e seguirono un articolo del New York Times firmato da Maureen Dowd (Premio Pulitzer 1999 per l’affare Lewinsky) nel quale, il 7 agosto dell’anno scorso, si affermava che i due cineasti avevano ottenuto un “top-level access” ai documenti della più riservata missione della storia degli Stati Uniti; concessi da un’amministrazione che fino a quel momento era stata ancora più severa di quella di Bush nel punire la diffusione di informazioni segrete. Oltre a chiedersi se l’industria cinematografica avesse diritto a frugare negli scaffali della Cia e del Pentagono, il senatore King avanzava il sospetto che un film sull’uccisione di Obama potesse favorire il presidente uscente durante la sua campagna elettorale in vista delle elezioni di novembre 2012. Tanto che, prevista per il 12 ottobre, l’uscita americana di Zero Dark Thirthy (vuole dire: mezz’ora dopo la mezzanotte, in gergo militare) è stata rimandata al 19 dicembre. Alla voce di King si è aggiunta quella del Judicial Watch (letteralmente: osservatore giudiziario), un gruppo di estrema destra che ha fatto causa al Pentagono ottenendo la trascrizione di centinaia di e-mail scambiate tra Bigelow e Boal nelle quali personalità  della Cia e dell’amministrazione Obama concedevano tutto l’aiuto possibile al film, e perfino un ufficiale del Seal Team 6 disponibile a tempo pieno. Anche se Leon Panetta, ex capo della Cia oggi segretario alla Difesa, nega che i due cineasti abbiano ricevuto informazioni non autorizzate, a questo punto l’uscita del film prima delle elezioni presidenziali avrebbe potuto rappresentare un boomerang per il presidente uscente.
In una recente intervista a Entertainment Weekly, Boal rifiuta di rispondere alle polemiche. «Siamo stati affascinati, piuttosto, da chi ha dedicato la vita a cose difficili e pericolose. Sono persone eroiche e ne sono intrigato. M’interessa il mondo in cui vivono. Personalmente voglio sapere come hanno catturato Bin Laden. E spero che interessi anche ad altri». Alla sua uscita anche The Hurt Locker era stato criticato per avere mostrato soltanto l’umanità  degli sminatori, la loro esperienza e i loro sentimenti in un campo così pericoloso, senza prendere una posizione politica sulla guerra in Iraq. Bigelow e Boal affermano di aver fatto la stessa cosa per
Zero Dark Thirthy (interpretato tra gli altri da Jessica Chastain, Joel Edgerton, Kyle Chandler e Jason Clarke). Ma, nel 2008, pur avendo toccato un argomento delicato, non avevano dovuto difendersi da polemiche così feroci. Ci riusciranno anche questa volta?


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