LA VITA DI UN OPERAIO «VALE» 1.900 EURO
Il padre del giovane ha incontrato a Bondeno il presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato. «Ai familiari delle persone morte sul lavoro – ha riferito Bruno Cavicchi – non spetta nessuna somma di denaro se il parente deceduto, in questo caso mio figlio, non contribuisce al sostegno della famiglia». Il giovane operaio (morto assieme a un collega, Leonardo Ansaloni) non era padre di famiglia, non aveva moglie e figli da mantenere. «Sto pensando di portare quell’assegno al prefetto», ha aggiunto il padre. La replica dell’Inail parla dei vincoli del T.U. 1124 del 1965. «Una legge di quasi cinquant’anni fa, che senza dubbio non può tener conto di cambiamenti significativi intervenuti sia nel lavoro sia nella famiglia».
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SINDACATI-CONFINDUSTRIA. Per il Partito democratico, stanco di tenere a bada le sue rissose anime sindacali, più numerose degli operai iscritti al partito, è una gran bella notizia: la Cgil, per mano della sua segretaria generale, ha ratificato l’accordo che sancisce la controriforma del sistema contrattuale, manda in pensione il contratto nazionale con il meccanismo perverso delle deroghe e toglie ai lavoratori il diritto di votare sugli accordi che riguardano la loro vita e il loro lavoro. Hanno vinto la Confindustria di Emma Marcegaglia che voleva cancellare gli ultimi vincoli sociali (e costituzionali) allo strapotere del capitale e il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che incassa l’isolamento della Fiom