Insegnanti, via le sei ore in più

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ROMA — Stop all’aumento dell’orario dei professori da 18 a 24 ore settimanali. La proposta di modificare la legge di Stabilità , nella parte in cui interviene sul carico di lavoro degli insegnanti, è stata votata ieri all’unanimità  in commissione Cultura della Camera. L’emendamento, inserito nel parere positivo della commissione al disegno di legge, sarà  ora presentato in commissione Bilancio, dove oggi scade il termine per proporre le modifiche.
Sempre oggi pomeriggio il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, dovrebbe incontrare i due relatori di maggioranza, Renato Brunetta (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd). «Noi prevediamo di ridurre le aliquote fiscali — ha dichiarato ieri il ministro —, ma per farlo dobbiamo avere una base imponibile più ampia. Per questo dobbiamo combattere l’evasione fiscale con tutti gli altri mezzi a disposizione». La situazione economica «è ancora delicata» ha avvertito, per questo occorre stare «sempre attenti a non deviare dal percorso che abbiamo cominciato». Un’affermazione fatta a commento del riacutizzarsi dello spread (differenziale) sul bund (buono del tesoro) tedesco, che ieri ha chiuso a quota 351 punti.
Tornando alla commissione Cultura, per coprire il buco aperto dall’emendamento sugli insegnanti i partiti hanno indicato una loro strada: i soldi vanno presi dal costituendo Fondo per il pagamento dei canoni di locazione degli immobili conferiti dallo Stato a uno o più fondi immobiliari, che sarà  istituito presso il ministero dell’Economia. Una proposta difficile da accogliere perché da quel fondo il governo si attende di rendere appetibili (o addirittura di liberare) gli immobili occupati dalla pubblica amministrazione.
Tra le richieste della commissione Cultura c’è anche «l’incremento dei contributi diretti all’editoria fino alla somma di 120 milioni, essenziale per la sopravvivenza di 70 testate»; la proroga del «tax credit» e del «tax shelter» (detassazione degli utili) a vantaggio del cinema; il ripristino dei 75 milioni per le borse di studio tagliati dal governo.
Il lavoro parlamentare prosegue in parallelo con una discussione politica che potrebbe cambiare il destino della legge di Stabilità . Soprattutto dopo che Silvio Berlusconi ha ipotizzato la spallata proprio in occasione dell’approvazione della legge. Ieri il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha buttato acqua sul fuoco: «Non consideriamo la legge di Stabilità  come un’occasione per rovesciare il tavolo, ma piuttosto per affermare una nuova linea di tendenza», cioè per correggere il tiro in vista delle elezioni. Per il leader della Lega, Roberto Maroni, invece «appena approvata questa pessima legge di Stabilità , il governo si dimetta e si vada al voto anticipato, anche a marzo». Il percorso della legge si presenta dunque minato, al punto che a Palazzo Chigi si starebbe valutando di accorciare il viaggio di Monti nel Sudest asiatico in programma la prossima settimana, quando la discussione entrerà  nel vivo.
Antonella Baccaro


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