“L’Italia mancherà  la ripresa nel 2013” peggiorano le stime di crescita dell’Fmi

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TOKYO — Rischio euro. Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime dell’economia mondiale, soprattutto europea che «si è deteriorata da luglio scorso ». C’è il timore che i problemi del debito sovrano possano pesare negativamente non solo sul Vecchio continente ma anche sul resto del mondo. La crisi Ue — scrivono gli economisti del Fondo — è oggi «la minaccia più evidente» per le prospettive globali. La sua soluzione costituisce «la più alta priorità  politica». Deve scattare il fondo salva Stati, ci vuole l’unione bancaria.
In questo contesto, l’Italia appare debole: per quest’anno è atteso un Pil sottozero, a meno 2,3% in linea con le previsioni del governo (meno 2,4). Ma per il 2013 gli esperti internazionali sono pessimisti: il Paese è destinato ad una crescita negativa dello 0,7%, ben al di sotto delle previsioni ufficiali (-0,2%). Ci sono poi i guai della Spagna. Ci sono le complicanze del caso Grecia. E dunque: il Fmi raccomanda all’Europa di fare i “compiti a casa”. La Bce tra iniezioni di denaro e disponibilità 
a comprare bond ha fatto la sua parte. Ora tocca ai governi che devono continuare lungo la linea del rigore. Ma soprattutto, bisogna che sia operativo l’Esm, il fondo salva stati, che giusto ieri ha visto la luce: gli esperti ripetono questo concetto più volte, nel loro report. Occorre procedere nell’unificazione presso la Bce della sorveglianza bancaria. Se tutti questi tasselli andranno al loro posto, allora potrà  prevalere lo scenario più positivo che prevede una ripresa anche nei paesi periferici di Eurolandia, Italia compresa. Ma perché il mondo tutto possa ricominciare a marciare con grinta su un terreno virtuoso, è necessario che anche gli Usa sanino in fretta i loro squilibri di bilancio.
Nell’attesa, la recessione morde e s’aggrava. Soffre l’Italia, certo, ma va male anche la Spagna (-1,5 e -1,3), la Francia vivacchia intorno a 0,1 e 0,4, la Germania tira, ma solo dello 0,9% quest’anno e il prossimo. Nel complesso l’area euro avrà  un Pil 2012 sotto zero (meno 0,4) per poi risalire a più 0,2 mentre il Pil globale crescerà  del 3,3% soltanto. Resistono gli Usa, con una crescita del 2,2%, ma appunto con gravi e dannosi squilibri di bilancio.
Trainano come sempre Cina e India che, pur rallentando, mantengono rispettivamente un ritmo di crescita del 7,8% e del 4,9%. Ovunque, ma in particolar modo in Europa, la disoccupazione “resta elevata”.
Secondo il Fmi, nel vecchio Continente più di una persona su dieci è destinata a restare senza lavoro nel corso del 2013; una su quattro in Spagna e in Grecia. Questi due paesi detengono il triste primato dei senza lavoro: 24,9% quest’anno e 25,1% nel 2013 per gli spagnoli; 23,8 e 25,4 per i greci. L’Italia si colloca al di sopra della media Ue (rispettivamente 11,2 e 11,5 nel biennio) con una percentuale di disoccupati del 10,6% quest’anno e 11,1 il prossimo. Solo un po’ peggio della Francia (10,1 e 10,5) ma assai meno bene della Germania che si mantiene sul 5,2% nel periodo. «Bisogna risolvere la crisi di Eurolandia», pungola Fmi nell’outlook che sarà  presentato questa mattina. «Il rischio più immediato è che ritardi o insufficienti azioni politiche portino ad una ulteriore escalation nella crisi della zona euro », a un contagio. La situazione rimane «precaria».


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