Quelle società  in rosso finanziate dalle Regioni

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ROMA — Finanziarie, società  di gestione dell’acqua e delle fogne, zuccherifici, terme, film commission, società  di consulenza e di informatica. Sono quasi 400 gli organismi partecipati dalle Regioni con circa 10 mila dipendenti, costosi e spesso in «rosso». La galassia delle «regionalizzate» è, secondo la Corte dei conti che lo ha censito per la prima volta in una relazione pubblicata lo scorso agosto, «un fenomeno poco noto», rispetto a quello delle «municipalizzate», su cui c’è «l’obiettiva necessità  di indagare». Obiettivo: verificare che non siano di ostacolo all’iniziativa privata e che diventino un mero strumento per sfuggire alla disciplina dei conti pubblici. Una necessità  che è diventata impellenza all’indomani delle numerose indagini che stanno coinvolgendo le Regioni, tra sprechi e vere e proprie ruberie.
Gli affidamenti. Si scopre così, scrive l’organo di controllo, che «le Regioni, al pari degli altri enti territoriali, hanno esternalizzato funzioni, servizi ed attività , costituendo società  oppure entrando nel capitale di società  esistenti». Non solo. Alle società  vere e proprie si affiancano «enti pubblici dipendenti» e «agenzie regionali», costituite in base agli statuti, «affidatarie di funzioni ed attività » proprie della Regione in quanto istituzione, assegnatarie di risorse organizzative ed economiche con direzione e responsabilità  autonome. Rientrano a pieno titolo in questa modalità  le società  finanziarie regionali, «fenomeno di grande rilevanza».
Il capitalismo regionale. I dati affluiti alla Corte dei conti, che disegnano quello che è definito come «capitalismo regionale», riguardano il 2010 e in parte il 2011 e sono stati inseriti in una banca dati che verrà  tenuta aggiornata. Vi hanno contribuito tutte le Regioni e le Province autonome, tranne la Sicilia e la Sardegna perché, come spiega la relazione, le Sezioni di controllo della Corte dei conti di quelle Regioni «hanno ritenuto di non inviare loro le richieste istruttorie». Sono stati censiti 394 organismi partecipati di proprietà  delle Regioni, di cui il 57,6% è costituito da spa e il 10,4% da srl: in tutto 268 società . Il resto è costituito da fondazioni (7,6%), consorzi (3%) e altri organismi (21,3%). La presenza dei privati nella compagine sociale è rilevata in 163 organismi partecipati (41% del totale), di cui 56% spa e 8% srl.
Il record del Lazio. La maggiore incidenza di spa partecipate si trova nel Lazio (9,7%), seguito dalla Toscana (8,4%) e dal Veneto, Emilia Romagna e Campania (6,6%). Le srl sono presenti soprattutto in Liguria ed Emilia Romagna (12,2%). In quest’ultima Regione le Fondazioni rappresentano il 60% del totale di tutte le Regioni. Il valore delle partecipazioni detenute dalle Regioni nelle 268 spa e srl sfiora i 3,5 miliardi, la metà  dei quali sta in capo a Regioni e Province autonome. Il dato di maggior rilievo riguarda la Lombardia che possiede, nelle otto società  di cui è azionista, partecipazioni per 322,74 milioni di euro, pari al 76% del valore del loro capitale sociale complessivo. Piemonte e Puglia che si collocano subito dopo detengono in valore assoluto quote di importi molto inferiori, pari rispettivamente a 78,49 e 58,94 milioni di euro. Colpisce la presenza frazionata in numerose società  delle Regioni Lazio (23 società ), Toscana (20), Emilia Romagna (20), Campania (19) e Veneto (18).
I bilanci. Ma quali risultati conseguono queste regionalizzate? I dati, in questo caso relativi alle spa e srl partecipate al 100% dalle Regioni, 75 in tutto, mostrano per l’esercizio 2010 un fatturato complessivo pari a 1.921,94 milioni di euro, ma il dato aggregato relativo ai risultati di esercizio evidenzia un «rosso» di -92,60 milioni di euro. Un dato deludente se si pensa che le somme erogate dalla Regione, a titolo di corrispettivo e contributo in conto esercizio, ammontano a 780 milioni di euro. I costi della produzione superano il valore della stessa, attestandosi a 2.008,95 milioni di euro, il 19% dei quali sono relativi al personale per un numero di occupati pari a 7.526 addetti.
Mai una gara. L’affidamento dei servizi avviene quasi nella totalità  dei casi senza gara: 248 affidamenti diretti contro 19 tramite meccanismo competitivo.
Tra le società  partecipate al 100% in Piemonte, la società  Sviluppo Piemonte Turismo chiude il preconsuntivo 2011 con 3 mila euro di utile, L’Istituto per le piante da legno e l’ambiente, partecipato all’84%, ne perde 722 mila. In Lombardia le quattro spa interamente della Regione, Cestec, Finlombarda, Infrastrutture Lombarde e Lombardia Informatica chiudono in attivo, mentre nel 2010 Expo è sotto di 10,5 milioni. In Veneto le Ferrovie, partecipate al 100% chiudono con utile risicato il 2011, perde invece un milione e mezzo la controllata Veneto Nanotech. In Toscana, dove la Regione partecipa con un 76% alle società  Terme di Casciana, si registra una perdita tra il 2010 e il 2011 di più un milione di euro. Nel Lazio l’azienda di trasporti Co.Tral (99,9%) registra perdite intorno ai 30 milioni nei due anni considerati. In Molise lo Zuccherificio (100%) risulta in rosso di più di 15 milioni nei due anni. In Campania la Astir (fognature, 100% della Regione) è sotto di 25 milioni nel 2010, la Caremar (traghetti) di 3,5, i bus dell’Eav ne perdono 82,5, la Film Commission 356 mila. La stessa commissione in Calabria (100%) risulta sotto di 744 mila euro nel preconto 2011.
Antonella Baccaro


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