JpMorgan, più utili e meno compensi

Loading

NEW YORK — JpMorgan raddoppia i profitti? Jp Morgan dimezza i compensi del suo superboss. L’ultima sorpresa in arrivo da Wall Street fotografa alla perfezioni tutte le luci e le ombre della finanza. La più grande banca Usa ha deciso di dimezzare da 23 a 11,5 milioni di dollari i bonus (comprensivi della paga di 1 milione e mezzo) di Jamie Dimon, il ceo che pure ha guidato l’istituto fino alle strabilianti performance dell’ultimo trimestre. Qui, JP-Morgan ha fatto segnare profitti record su del 53 per cento rispetto allo scorso anno. Ma premiato per i 5,2 miliardi di dollari di profitti, Dimon paga per i 6,2 miliardi di perdite della cosiddetta “London Wale”, la Balena Inglese, cioè il disastro delle scommesse su hedge fund e affini procurato dalla divisione inglese e dagli investimenti di Bruno Iksil. Malgrado lo scivolone londinese, la banca però festeggia: i profitti del 2012 sono in crescita del 12 per cento rispetto all’anno precedente, 21,3 miliardi di dollari, migliori delle attese. «Il board ha fatto un lavoro durissimo », ha detto Jamie: «Ha dovuto guardare alle cose positive, che sono tante, ma anche al lato negativo, che risponde a un unico, grande imbarazzante errore».
Imbarazzante quanto si vuole: ma non sono i conti che contano? Qui per Wall Street è sempre festa. Sì, sempre ieri due altri colossi, Godlman Sachs e Morgan Stanley, hanno patteggiato con oltre mezzo miliardo di dollari, per la precisione 557, le accuse infamanti dello scandalo dei foreclosures, i pignoramenti che tanta parte hanno avuto nello sboom immobiliare e nella Grande Recessione. Con le due ultime arrivate, salgono a 12 le banche che in tutto hanno pagato allo stato più di 9 miliardi. Ma quello che pagano sono sempre noccioline. Sempre ieri anche Goldman Sachs ha fatto registrare profitti oltre le aspettative, un giro d’affari balzato del 185 per cento rispetto allo scorso anno e i ricavi nell’ultimo trimestre saliti più 53 per cento, 9,24 miliardi, con i guadagni per azioni triplicati, 5,60 dollari.
Il momento insomma è d’oro. E per farlo luccicare ancora di più i colossi di Wall Street hanno deciso di far tirare la cinghia, si fa per dire, ai propri dipendenti: basta bonus, arrivano i pagherò. L’iniziativa è di Morgan Stanley, le gratificazioni verranno scaglionate in quattro tranches, si parte a maggio e si finisce nel 2016. L’obiettivo è semplice: il trader che sa di dover essere ancora pagato rischia meno ed è più fedele. La notizia, per la verità , non è stata accolta benissimo dagli interessati. Ma che volete: stiamo pur sempre parlando di impiegati da oltre 350 milioni di dollari all’anno.


Related Articles

Amartya Sen: riprendiamoci la democrazia

Loading

Amartya Sen.

La crisi della Grecia dimostra cosa succede quando la politica cede la sua autorità  a istituzioni non elette come le agenzie di rating. È il momento di invertire la tendenza.

Piacenza. La Procura dichiara guerra ai Cobas e arresta 6 sindacalisti

Loading

Questura e Procura di Piacenza tornano a mettere nel mirino il sindacalismo di base. Provvedimenti cautelari contro esponenti di Usb e Si che denunciano: è il frutto di una norma del governo Draghi che aiuta Assologistica

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment