Il Cavaliere gioca di rovescio

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Oggi si fronteggiano tre piazze. Significa che siamo già  in campagna elettorale, ma anche che la piazza, che non si vedeva prima, sta ritornando centrale e sta scalzando gli studi televisivi. L’unico che si astiene è il povero Bersani, al lavoro per creare il governo ma come al solito sordo ai segnali del mondo della comunicazione.
L’immaginario politico funziona per icone e la piazza è l’icona della democrazia diretta. E questo spiega anche l’aggiornamento di vocabolario di Berlusconi, e l’aggiornamento del suo programma al concetto di democrazia diretta, secondo il progetto di Grillo.
Per quanto riguarda i contenuti programmatici di Berlusconi, tutti scaturiscono da un’idea capovolta di odio sociale. Non sono i ricchi a sfruttare i poveri, sono i poveri a concepire odio contro quelli che grazie al loro lavoro, al loro impegno, ai loro meriti, sono riusciti a conquistare il benessere per sé e per i propri figli.
C’è la formalizzazione della lotta di classe rovesciata, teorizzata da Gallino. Nella società  c’è chi costruisce e chi invece vuole solo distruggere per invidia. Come dice il collettivo Wu Ming, la differenza tra destra e sinistra è ben chiara e sempre riconoscibile, anche in un momento di grande confusione ideologica. Nella concezione di sinistra ci sono in ogni società  posizioni iniziali di privilegio e di sfruttamento. A destra invece si crede ad una mitica età  dell’oro in cui la società  viveva in armonia e senza contrasti. È l’odio sociale a generare separazione. Oggi anche a sinistra e in Grillo lavoratori e datori di lavoro sono uniti contro la casta politica.
Il pastore vuol far credere al gregge che il suo interesse corrisponde con l’interesse del gregge.
Il passaggio da una visione conflittuale al mito dell’armonia sociale, nasce col passaggio dalla produzione al consumismo. La produzione è sfruttamento, il consumismo è condivisione. Vi ricordate lo slogan dell’Upa: «L’economia gira con te»? Tutti i consumatori contribuiscono armoniosamente al bene sociale. Oggi, in tempo di crisi dei consumi, l’invidia sociale si risveglia col risultato che vengono richieste non misure espansive ma repressive. Berlusconi ci dice che la sinistra e Grillo vogliono bloccare la parte produttiva del paese: non partecipano allo sviluppo, ma vogliono al contrario bloccarlo con una serie di leggi.
Ritroviamo qui, nella retorica berlusconiana, le famose leggi ad personam, che non sono più lette come leggi costruite per salvarlo dalle conseguenze penali delle sue azioni ma, al contrario come divieti costruiti appositamente per impedirgli di operare.
E in questo rovesciamento Berlusconi rivela che il mancato rispetto delle leggi non è marginale e deviante ma costituisce il vero motore del capitalismo secondo una visione liberistica assoluta. Queste leggi che secondo Berlusconi la sinistra agita contro di lui come una minaccia sono: il conflitto di interessi e l’ineleggibilità , il falso in bilancio e l’accanimento giudiziario.


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