Equitalia, 13 miliardi a rischio

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ROMA — Tredici miliardi che rischiano di rimanere nel limbo, con danni gravissimi per 6.000 Comuni italiani. Sono tutti gli arretrati non ancora riscossi da Equitalia, anni di multe non pagate e di tributi non versati che la società  rispedirà  ai Comuni nelle prossime settimane. Infatti Equitalia, come ha stabilito due anni fa il decreto Sviluppo, e dopo ben tre proroghe disposte da normative successive, non si occuperà  più della riscossione dei tributi locali per conto dei Comuni a partire dal primo luglio di quest’anno. E ha chiesto ai Comuni di non inviare nuovi ruoli a partire dal 20 maggio, per avere il tempo di gestire il passaggio delle vecchie pratiche. Duemila Comuni hanno già  risolto il problema da tempo: Torino, per esempio, si è affidato alla Soris. Bologna si occupa autonomamente delle riscossioni avvalendosi del supporto di Engineering e Poste Italiane. Per gli altri 6.000 Comuni invece da lunedì potrebbe scattare il caos, perché quasi tutti si stanno attrezzando, ma pochissimi contano di essere pronti nel giro di due giorni, e non tutti lo saranno per il primo luglio.
Ma anche se tutto funzionasse alla perfezione, se le gare venissero bandite in tempo, e se venissero recuperati gli arretrati di questo mese e mezzo di transizione, che ne sarà  delle pratiche aperte negli ultimi anni? Per Milano ci sono in gioco un milione di multe, effettuate negli ultimi due anni. Il Comune conta di concludere gli invii del 2010 lunedì. Palazzo Marino si attrezzerà  per gestire le nuove multe, presumibilmente dal primo luglio, ma per il resto serve un provvedimento che faccia chiarezza sul passaggio di consegne. E non solo per Milano, spiega Guido Castelli, delegato Anci per la finanza locale e sindaco di Ascoli Piceno: «La formulazione della norma che fa
cessare i poteri di Equitalia fa pensare che la società  non solo non possa lavorare i nuovi ruoli, ma debba rimettere anche tutti gli arretrati. Cioè dagli 11 ai 13 miliardi, che i Comuni hanno già  iscritti in bilancio, soprattutto multe e tasse ambientali. Il 60% di questo monte premi è di importo inferiore ai 100 euro. Si impone una fase transitoria, per impedire il nebulizzarsi dei residui attivi». È soprattutto per questo che l’Anci nei giorni scorsi ha chiesto una proroga al ministro dell’Economia Saccomanni. Quello degli arretrati è il problema più grave, ma ce ne sono altri: mentre Equitalia può emettere ruoli esattoriali, semplificando la riscossione, i Comuni dovranno
avvalersi dell’operato di un «ufficiale di riscossione», «figura abilitata da specifici corsi che non si tengono da almeno dieci anni», assicura Castelli.
Un percorso a ostacoli che l’Anci sta provando a risolvere con la costituzione di una propria società , Anci Riscossione: «Abbiamo bandito una gara per reperire un socio privato, è in corso l’istruttoria, ci sono otto candidati — dice Castelli — Il nostro obiettivo è essere pronti per il primo luglio». Saranno probabilmente
i Comuni più piccoli a far ricorso ai servizi di Anci Riscossione; le grandi città  stanno cercando di organizzarsi in proprio. Roma, ha annunciato il sindaco Alemanno, è pronta con AequaRoma, società  già  costituita ma che sarà  pienamente operativa dal primo luglio. Anche Firenze ha già  individuato la nuova società : Linea Comune, che gestisce anche il call center dell’area metropolitana fiorentina. Napoli aveva bandito per tempo la gara d’appalto, ma è incappata in un intoppo: a vincerla è stata una joint venture costituita da Engineering e dalla stessa Equitalia, ma Equitalia non avrebbe potuto parteciparvi, quindi è tutto da rifare. Mentre Bari e Genova devono ancora bandire le gare, ma sperano comunque di poter partire il primo luglio, se non ci saranno proroghe. E’ la proroga in effetti il vero obiettivo dei Comuni che non hanno ancora bandito la gara. Perché anche la riscossione in proprio, difficoltosa per ragioni amministrative e di budget, non si può improvvisare nel giro di poche settimane.
(hanno collaborato le redazioni locali)


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