“Espulsione per i rom che molestano Parigi”
PARIGI — Il contesto non è proprio quello della banlieue ansiogena. Anzi, siamo nel molto chic settimo arrondissement, tra boutique di moda ed esclusive residenze private. Eppure è proprio qui che Nathalie Kosciusko-Morizet, candidata sindaco di Parigi, ha voluto ribadire il suo programma contro l’insicurezza nella città. Al primo punto, il problema dei rom che “molestano i parigini”. L’ex portavoce di Nicolas Sarkozy lo ha detto mercoledì, tra le polemiche. E lo ha ribadito facendo un giro nel quartiere ai limiti dei Champs-de-Mars, ai piedi della Tour Eiffel, dove sarebbero frequenti borseggi, aggressioni, persino scippi di zaini all’uscita di scuole.
Kosciusko-Morizet ha convocato una quarantina di giornalisti per seguirla in un tour nelle strade dell’arrondissement. Voleva dimostrare che la città è in mano a pericolose “bande” ma ha potuto infierire solo su alcune bancarelle ambulanti non autorizzate, che per addolcirla le hanno offerto delle ciambelle al cioccolato. Il messaggio comunque rimane, ed è rivolto a quell’elettorato di destra sempre più tentato dal Front National. A chi l’accusa di alimentare pericolosi pregiudizi, puntando solo contro una comunità, ha risposto: «Allora sono i rom a essere molestati dai parigini?».
Nkm, come tutti chiamano la sempre elegantissima quarantenne, ha annunciato che, se sarà eletta sindaco, farà approvare ordinanze contro «l’accattonaggio aggressivo» e si batterà per l’espulsione dei “rom che tentano di depredare” la popolazione locale. Al suo fianco, ieri, c’era anche Rachida Dati, sindaco del settimo arrondissement, battuta nella corsa per la candidatura alla guida della capitale. «Smettete di dirci che vogliamo inseguire il Fn, sono stronzate» ha replicato Dati ai giornalisti. La sinistra, come spesso sul tema della sicurezza, è costretta a muoversi sulla difensiva. «Bisogna stare attenti alla stigmatizzazione » ha risposto il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ricordando che non ci sono statistiche che confermano l’allarme sociale. Ma a sei mesi dal voto per la conquista dell’Hotel de Ville, Kosciusko- Morizet sente la vittoria possibile. Con la sua immagine da “bobo”, bourgeois-bohémienne, spera di poter sedurre parigini delusi dalla giunta socialista al potere da tredici anni anche se molti riconoscono meriti all’attuale sindaco. Bertrand Delanoë ha modernizzato e reso più vivibile la città con alcune trovate, come le biciclette Velib o le notti bianche. A preoccupare la candidata socialista Anne Hidalgo, braccio destro di Delanoë, è soprattutto la protesta contro la gauche al governo. Kosciusko-Morizet vuole infatti trasformare la sfida per Parigi in un test nazionale, dopo la disfatta delle politiche nel 2012. I sondaggi danno uno scarto ridotto tra le due rivali, in una sfida tutta al femminile che è inedita nella Ville Lumière.
Dietro alle quinte, c’è un’altra donna, Marine Le Pen. La leader del Fn è riuscita a instillare nel dibattito lo spauracchio delle “bande di rom”, con una certa confusione: tra i nomadi, ci sono in realtà molti “gens du voyage”, cittadini francesi da diverse generazioni. Ma per tutta l’estate il mondo politico francese ha gareggiato in dichiarazioni sempre più forti, alcune davvero sgradevoli come quella del sindaco di Cholet, un paesino nella Loira, secondo cui «Hitler non ha sterminati abbastanza ». Una rincorsa infinita sul mercato della paura. E intanto la linea rossa tra Fn e destra neogollista si fa sempre più sottile.
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