Cina, suicida l’ultimo poliziotto fedele a Bo Xilai

Cina, suicida l’ultimo poliziotto fedele a Bo Xilai

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PECHINO — Lo hanno trovato impiccato (suicidio dicono) in una stanza d’albergo a Chongqing. Si chiamava Zhou Yu ed era stato il capo della Squadra anti-crimini economici ai tempi di Bo Xilai, il potente capo del partito nella megalopoli, caduto in disgrazia e condannato all’ergastolo l’anno scorso. Zhou era un poliziotto decorato, definito Eroe quando per ordine di Bo guidava la campagna «cantate rosso, colpite il nero» tra il 2009 e il 2011. Il nero era il crimine organizzato, la corruzione connessa con il mondo degli affari di Chongqing. Zhou arrestava i corrotti, usando le maniere forti per farli confessare.
Lo hanno trovato morto venerdì notte e lunedì il corpo è stato cremato. Poi è stata data la notizia, sul sito web del comando di polizia cittadino. Secondo l’inchiesta è stato un suicidio: l’ufficiale combatteva con il diabete da anni e ultimamente aveva avuto complicazioni al fegato e al cuore; i colleghi riferiscono che era molto abbattuto.
Anche la rovina di Bo Xilai era cominciata con una morte in una stanza d’albergo a Chongqing, quella del businessman inglese Neil Heywood, catalogata in un primo tempo come suicidio. Era il novembre del 2011: il corpo del britannico fu cremato senza autopsia, alla famiglia fu detto che si era ucciso con l’eccesso di alcolici. Quando amici e parenti risposero che Heywood era astemio la versione fu cambiata: infarto. Tutto fu messo a tacere, fino a una notte di febbraio del 2012, quando il vicesindaco di Chongqing, Wang Lijun, si presentò al consolato americano di Chengdu, chiedendo protezione. Aveva una storia enorme da raccontare Wang: era stato il braccio destro di Bo, il capo della polizia nell’operazione «colpite il nero». Fu consegnato ai cinesi. Emerse che Heywood era stato socio di Gu Kailai, la moglie di Bo (e anche suo amante). Ed era stato assassinato da lei.
La faccenda, il più grosso scandalo politico-criminale nella storia della Cina post-maoista, finì con due processi. Gu Kailai confessò di aver eliminato Heywood con il veleno: si scoprì che il capo della polizia Wang aveva preservato una porzione di fegato del morto prima della cremazione. La signora è stata condannata a morte con pena sospesa.
Il marito Bo, espulso dal partito proprio mentre si preparava a diventare membro del Politburo, davanti ai giudici si è difeso sostenendo di essere all’oscuro delle trame della moglie (favori a industriali, tangenti, acquisto di ville all’estero, il delitto). Bo ha detto che Gu lo aveva tradito non solo con l’inglese, ma anche con il capo della polizia Wang. È stato condannato all’ergastolo nel settembre del 2013 per corruzione e abuso di potere. Il regime poliziesco con cui aveva governato Chongqing era stato efficace, ma anche spietato e controverso: con la scusa di ripulire la città dalle mafie locali la sua polizia aveva arrestato almeno cinquemila persone, molti imprenditori privati, e usato anche la tortura per ottenere le confessioni.
Bo Xilai, bruciato da una lotta di potere al vertice del partito comunista, sconta la pena in un carcere di massima sicurezza alle porte di Pechino. In cella anche Wang. Ora il suicidio dell’eroico comandante della Squadra anti-crimini economici. Il comunicato della polizia di Chongqing parla di depressione dovuta alla malattia e non c’è nessun indizio per non crederlo. Ma certo anche Zhou Yu aveva molti nemici e se sapeva altre cose sull’ascesa e la caduta del neo-maoista Bo Xilai se le è portate nella tomba.
Guido Santevecchi


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