Le misure di Renzi in dieci tweet: è l’ora X

Le misure di Renzi in dieci tweet: è l’ora X

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ROMA — È stato «quattro giorni chiuso» a Palazzo Chigi, aveva bisogno di «un’ora d’aria» e anche per questo si è affacciato alla finestra, prima della riunione del governo, ma soprattutto dice di essere «felice», felice perché «da oggi inizia il cambiamento in profondità del Paese», perché gli 80 euro non sono solo denaro, ma soprattutto, così li chiama lui, «libertà», che «si restituisce» a dieci milioni di italiani, a coloro che «hanno dovuto stringere la cinghia in questi anni».
Matteo Renzi è felice nonostante non riesca a pensare, almeno per il momento, anche agli incapienti, ai redditi sotto gli 8 mila euro. La misura slitta. Nonostante la forma della «libertà» in euro sia per ora un bonus, dunque non strutturale, «lo diverrà con la legge di Stabilità». Ma le misure contenute nel decreto, che per pochi attimi sventola davanti alle telecamere («è molto corposo e sarà pubblicato dopo Pasqua»), sono tante e a suo giudizio «rivoluzionarie»: dalle auto blu, «non più di 5 per ministero, il sottosegretario va a piedi o prende il taxi» ai «tagli intelligenti», dalle spese online «entro 60 giorni» per tutti gli enti locali al tetto di stipendio per i dirigenti pubblici, «la norma Olivetti», il nome che lui dà alla misura (Adriano Olivetti diceva che nessun manager dovrebbe guadagnare oltre dieci volte lo stipendio di un impiegato).
La parola chiave è «oraics», la scrive così il presidente del Consiglio, dove la lettera simboleggia un inizio più che un orario: Irap e bonus per i redditi bassi sono la parte più visibile, importante, ma il decreto è molto vasto e riserverà parecchie sorprese. Renzi ne svela alcuni tratti per titoli, ma occorrerà attendere ancora alcuni giorni per conoscere tutte le misure in profondità: si chiedono 700 milioni di risparmi sia allo Stato che agli enti locali e alle Regioni, si fissa un obiettivo ambizioso, passare da 32 mila a 40 centri di costo, nella pubblica amministrazione, in un anno, si modifica al ribasso il programma degli F35.
La forma della conferenza non è per slide, ma per tweet, o forse sarebbe meglio dire per slide che hanno la veste di un tweet. I dettagli della felicità del premier sono ancora una volta un telecomando con cui cambia le immagini delle singole misure, una velocità di esposizione che ogni tanto lo fa incespicare nelle parole, le solite gag con il silente e sorridente ministro Padoan (ma quando prende la parola è «capace di una sintesi molto migliore della mia»), il tradizionale dialogo a distanza con il bersagliato portavoce Filippo Sensi («lo vedo impallidire, allora faccio bene a proseguire», a proposito della polemica con i magistrati).
Alla fine della conferenza stampa Renzi esce in piazza Colonna e si concede un bagno di folla, Renato Brunetta negli stessi istanti fa una sintesi delle critiche e delle riserve: «Solo molta confusione. Non è una cosa seria. C’erano più informazioni nella conferenza stampa dei pesciolini. Non ci sono provvedimenti per gli incapienti e per i lavoratori autonomi. Gli 80 euro non sono strutturali. Non dice nulla sull’Irap. In che mani siamo finiti?».
Provocano reazioni anche le parole sui magistrati, che hanno criticato il tetto agli stipendi. Renzi davanti ai giornalisti non lesina le parole: «Penso che se un alto magistrato da 311 mila euro ne riceve 240 mila riceve comunque un equo compenso per quello che mi riguarda. Accusare il governo di fare misure su questo come se si trattasse di un attentato alla libertà dei giudici è per me un atteggiamento da respingere al mittente».
Alla fine la felicità del capo del governo è motivata anche così: «Abbiamo mantenuto la parola data alla faccia dei gufi e dei rosiconi». Preoccupato per il percorso parlamentare? «Per nulla», sia sul decreto che sulle misure sul lavoro, sulle quali «si troverà una sintesi fra la sinistra del Pd ed Ncd».
Marco Galluzzo


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