Il sindaco di Castel Volturno dopo la rivolta: «Abbandonati nel nostro inferno»

Il sindaco di Castel Volturno dopo la rivolta: «Abbandonati nel nostro inferno»

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Oggi è a Roma con il sin­daco di Mon­dra­gone, Gio­vanni Schiappa, per incon­trare il mini­stro dell’Interno Ange­lino Alfano. Dimi­tri Russo è diven­tato primo cit­ta­dino di Castel Vol­turno a metà giu­gno, fa parte delle nuo­vis­sime leve del Pd e la sua mag­gio­ranza tiene den­tro anche Sel e due liste civi­che. Ha ere­di­tato un’amministrazione a pezzi, dopo due anni di com­mis­sa­ria­mento, e due comu­nità in rivolta: quella degli ita­liani e quella dei migranti. Lunedì si sono fron­teg­giate dalle oppo­ste bar­ri­cate dopo l’ennesimo atto di vio­lenza con­tro due ragazzi ivo­riani, gam­biz­zati da Pasquale e Cesare Cipriani per un banale liti­gio.
Ieri uno dei due feriti è stato dimesso dalla cli­nica Pineta Grande. I due ita­liani, padre e figlio, sono stati fer­mati per ten­tato omi­ci­dio, porto e deten­zione d’arma da fuoco, men­tre pro­se­gue il lavoro di iden­ti­fi­ca­zione degli stra­nieri che dome­nica sera, in rispo­sta al feri­mento dei tren­tenni, hanno sca­te­nato la rivolta a Pesco­pa­gano, dando fuoco a quat­tro auto e a un appar­ta­mento. La comu­nità afri­cana era insorta anche nel 2008, dopo la «strage di San Gen­naro» che lasciò a terra morti sei gha­nesi ad opera del gruppo di fuoco di Giu­seppe Setola, brac­cio armato dei Casa­lesi. Sia gli ita­liani che i migranti si sen­tono abban­do­nati in una terra di nessuno.

Sin­daco Russo, lei ha rac­con­tato «que­sto è un ter­ri­to­rio mera­vi­glioso se visto dall’alto con Goo­gle Earth. Ma se si scende giù è un inferno». Quando è ini­ziata la tra­sfor­ma­zione in inferno?

Negli anni ’70 era un posto bel­lis­simo, ci veni­vano i ric­chi bor­ghesi da Napoli e pro­vin­cia in vacanza: vil­lette sor­sero incon­trol­late come seconde case, abi­tate da aprile a set­tem­bre. La popo­la­zione pas­sava da circa 14mila abi­tanti a oltre 300mila. L’economia era flo­rida per­ché i turi­sti trai­na­vano anche la filiera bufa­lina con le riven­dite di moz­za­rella. Negli anni ’80 ci fu una prima ondata di sfol­lati del post ter­re­moto. Ma soprat­tutto quello è il decen­nio in cui il mare è arri­vato a punte di inqui­na­mento tale da ammor­bare l’aria. Addio ai turi­sti, si è inne­scata una pro­gres­siva decadenza.

Cosa l’ha provocato?

Cen­to­tre comuni senza fogne sca­ri­cano diret­ta­mente nel depu­ra­tore dei Regi Lagni che non ha mai fun­zio­nato dav­vero. Que­sto ha pro­vo­cato lo sver­sa­mento in mare di acque inqui­nate da bat­teri fecali. A que­sto si aggiunge l’inquinamento del fiume Vol­turno, in cui sver­sano ille­gal­mente non solo alcuni paesi ma anche casei­fici e indu­strie, immet­tendo in mare inqui­nanti chi­mici. Negli anni ’90 la camorra ha uti­liz­zato il ter­ri­to­rio per gli sver­sa­menti ille­gali di rifiuti, soprat­tutto indu­striali, dal nord. A poca distanza da dove è scop­piata la rivolta dome­nica ci sono due disca­ri­che, Bor­to­lotto e Sogeri, il per­co­lato scende in falla e inquina l’acqua. Io abito a 200 metri, da ragaz­zino vedevo arri­vare i camion con le tar­ghe Milano o Torino e mi doman­davo cosa ci faces­sero da noi. Oggi una villa con piscina vale appena 40mila euro ma nes­suno compra.

Per decenni nes­suno ha fatto rispet­tare la legalità

In venti anni Castel Vol­turno è stato sciolto tre volte per infil­tra­zioni camor­ri­sti­che. La mia ammi­ni­stra­zione ha ere­di­tato un comune in dis­se­sto con un debito di 55milioni. Ita­liani e stra­nieri, quasi nes­suno paga le tasse comu­nali e nep­pure i ser­vizi. La rac­colta e lo smal­ti­mento erano gestite da per­so­nale assunto con il favore dei Casa­lesi, non face­vano pra­ti­ca­mente nulla. Se volevi che rac­co­glies­sero i rifiuti del tuo lido dovevi dar­gli la maz­zetta. Poi ci sono gli abusi edi­lizi, di cui il Vil­lag­gio Cop­pola, edi­fi­cato senza alcun per­messo dall’omonima fami­glia, è il mag­gior esem­pio. Nelle aree dema­niali, riser­vate all’uso comune per pascolo e legna, sono sorte senza alcuna regola case su case. I sin­daci dagli anni ’70 in poi, con la sola ecce­zione di Mario Luise, sono stati tutti gra­diti ai Cop­pola o ai clan, lo stesso vale per asses­sori e tec­nici comu­nali. Così Castel Vol­turno non ha un piano rego­la­tore e nep­pure un piano com­mer­cio. Un ter­ri­to­rio di 72 chi­lo­me­tri qua­drati, con 30 di costa, e 15 vigili urbani senza auto e senza divise: lo stato qui sem­pli­ce­mente non c’è. Ho solo quat­tro com­pat­ta­tori per pulire il ter­ri­to­rio: rimossi i rifiuti, dopo un’ora nello stesso posto è già ricre­sciuta una pic­cola disca­rica. Fare la dif­fe­ren­ziata è un’utopia.

Dagli anni ’90 sono arri­vati i migranti

I pro­prie­tari, difronte a spese come l’Imu o la tassa sui rifiuti, hanno comin­ciato a fit­tare ai migranti, 50 euro in nero a posto letto. Ma spesso si siste­mano in case abban­do­nate. A giu­di­care dalla quan­tità di rifiuti che smal­tiamo, c’è una popo­la­zione non cen­sita tra le 10 e le 15mila per­sone. Spen­diamo 10milioni all’anno per lo smal­ti­mento ma ne incas­siamo tra i 3 e i 5milioni. Sanno che qui non ci sono forze dell’ordine e quindi niente con­trolli. Il comune non offre alcun ser­vi­zio di inte­gra­zione, di media­zione cul­tu­rale o di assi­stenza. Quello che riu­sciamo a fare, ad esem­pio per i minori, ha comun­que un costo dif­fi­cile da reggere.

Cosa chie­derà al mini­stro Alfano?

Innan­zi­tutto niente eser­cito come nel 2008, le parate mili­tari non ser­vono a niente. Più forze dell’ordine, un ritorno eco­no­mico per lo sforzo che il comune sostiene e un accordo qua­dro con tutte le strut­ture coin­volte, come Asl e terzo set­tore, per entrare casa per casa a con­trol­lare le con­di­zioni e inter­ve­nire. Potremmo diven­tare un luogo dove spe­ri­men­tare dei modelli effi­caci di socia­lità, abbiamo già realtà che fanno un ottimo lavoro. Poi, certo, baste­rebbe ridarci il mare pulito e la zona potrebbe ridi­ven­tare un paradiso.



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