Nove arresti a Catania, occultavano il lavoro nero in cambio di voti

Il caso. Coinvolto ex deputato regionale
Scambio tra voti, incarichi alla Regione Sicilia, assunzioni in ospedali e fornitura di beni in cambio dell’archiviazione di verbali redatti a seguito di ispezioni durante le quali sono emerse violazioni per lavoratori assunti in nero. Questa accusa di corruzione ha portato ieri agli arresti domiciliari l’ex deputato regionale dei centristi Marco Forzese, ex consigliere comunale di Forza Italia Antonino Nicotra, il direttore dell’Ufficio Territoriale del Lavoro di Catania Domenico Amich, la responsabile dell’Ufficio Legale dell’Ispettorato Maria Rosa Trovato. Interdetti il direttore sanitario dell’Asp di Catania Franco Luca, Ignazio Maugeri, rappresentante legale dell’Enaip, Giovanni Patti, commercialista di Giarre, Orazio Emmanuele, legale di stabilimenti balneari a Giarre, Salvatore Calderaro, gestore di una tabaccheria a Castel di Iudica. «È molto grave – sostiene il procuratore Carmelo Zuccaro a capo dell’indagine «Black Jobs» – che un politico possa fare proposte così indegne al capo di un ufficio pubblico. È un fatto di inaudita gravità». «Siamo indignati – sostiene la Cgil di Catania – Anni di battaglie contro il lavoro nero adesso hanno una chiave di lettura che passa dalla corruzione. A Catania è necessario un cambio di passo etico, prima ancora che civico». «La Sicilia non ha ancora recepito il protocollo con l’ispettorato nazionale del lavoro – sostiene il segretario Cgil Sicilia Michele Pagliaro – inadempienza paradossale se si considera che proprio Musumeci prima di diventare presidente ne sollecitava l’attuazione». «Fatto grave, ma in fatto di politici indagati, siamo nella media» ha commentato Musumeci.
FONTE: IL MANIFESTO
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