La strage di Foggia. Sei aziende nel mirino della procura

La strage di Foggia. Sei aziende nel mirino della procura

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Procede a fari spenti l’inchiesta della Procura di Foggia sulle due stragi che, tra sabato e lunedì, hanno lasciato sull’asfalto senza vita 16 braccianti, tutti di origine africana. Secondo le prime informazioni, i magistrati hanno individuato sei aziende (cinque pugliesi e una molisana) dove le vittime avrebbero lavorato prima dei due incidenti stradali. Nell’indagine, per ora a carico di ignoti, si ipotizza il reato di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro.

«Al momento sono sette le vittime identificate, originarie di Ghana, Mali, Niger, Guinea e Senegal. L’autista del mezzo era un cittadino marocchino» ha precisato, in merito all’incidente di lunedì il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro, che ha evidenziato come «le indagini stanno andando avanti per individuare da dove provenivano i deceduti, da diverse imprese pugliesi e una in Molise». I sette identificati erano regolarmente assunti da un’impresa molisana: a rivelarlo i documenti acquisiti anche se «al momento non si evincono irregolarità o illeciti» ha detto il procuratore di Foggia, che ha riferito dell’apporto dato alle indagini dai due sopravvissuti all’incidente e ricoverati nell’ospedale di San Giovanni Rotondo. I due braccianti sono stati ascoltati dagli investigatori che hanno raccolto le loro dichiarazioni, sia per ottenere indicazioni sulla dinamica dello scontro, sia per avere informazioni su tempi, compensi e modalità del loro lavoro nei campi.

C’è anche un primo indagato per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose: è l’autista del mezzo pensante con il quale si è schiantato il furgoncino con a bordo i 12 braccianti. L’iscrizione nel registro degli indagati, precisano fonti della Procura, è però un atto dovuto per svolgere i necessari accertamenti. Per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, si attenderà la relazione tecnica affidata a un perito che ha svolto i rilievi del caso. Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra chiaro che il furgoncino con a bordo i migranti abbia invaso autonomamente la corsia opposta: il conducente sarà stato vittima di un colpo di sonno o di un malore, perdendo il controllo del mezzo ed andandosi a scontrare con il tir per poi ribaltarsi sull’asfalto.

«Un pool di magistrati è al lavoro per accertare le condizioni di lavoro e quelle di trasporto – ha poi spiegato il procuratore di Foggia – anche per capire se il trasporto di braccianti sui campi fosse gestito e organizzato dalle stesse aziende agricole». Al momento «non sono emersi elementi che facciano pensare a un coinvolgimento di organizzazioni criminali. Con la Direzione distrettuale antimafia di Bari siamo costantemente in contatto per uno scambio di informazioni su questo tipo di indagini – ha spiegato Vaccaro -, nelle quali a volte emerge una gestione della manodopera da parte di gruppi mafiosi. In questo caso, però, non abbiamo ad ora alcun elemento in tale direzione».

Infine, una nota della Procura di Foggia ha precisato che «non è sorta alcuna problematica in ordine al ricovero feriti nel sinistro di lunedì». Gli unici disagi si sono registrati «con l’allocazione delle salme, per la momentanea assenza di celle frigorifere disponibili. Problematiche poi risolte: tutte le salme delle vittime risultano deposte presso gli istituti di medicina legale».

* Fonte: Gianmario Leone , IL MANIFESTO



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