Roma. Rivolta contro le famiglie rom dei residenti di Torre Maura
A Torre Maura, estrema periferia est di Roma, dove gli abitanti si sentono abbandonati e relegati ai margini della società, è bastata la scintilla dell’arrivo di 75 persone di etnia rom, di cui 33 bambini e 22 donne, delle quali tre in avanzato stato di gravidanza, per far divampare la protesta xenofoba. Le famiglia rom, considerate in stato di «fragilità sociale», sono state trasferite nella struttura che prima era adibita all’accoglienza dei richiedenti asilo da un centro comunale distante solo tre chilometri.
Eppure, ai residenti di Torre Maura è parsa un’invasione: cassonetti rovesciati e mandati in fiamme, grida e insulti alla volta delle famiglie e strattoni agli operatori che stavano distribuendo i pasti ai nuovi ospiti di quella che una volta era una clinica di riabilitazione, nel VI Municipio. «Devono morire di fame», avrebbero urlato i residenti scesi in strada calpestando i panini destinati ai rom.
Alla trentina di persone che per prime ieri pomeriggio hanno iniziato la protesta, si sono aggiunte altre e tra di loro, soprattutto, si è notata la presenza di alcuni dirigenti di Casapound. Naturalmente a cavalcare la protesta ci ha pensato subito anche Forza Nuova che incita alle «barricate» contro la «sostituzione etnica». La calma è stata poi riportata a fatica dalla polizia in tenuta antisommossa ma c’è chi promette di dare fuoco alla struttura. «I residenti – spiegano le associazioni locali – non sopportano che la zona venga trattata come la discarica di tutti i problemi cittadini».
* Fonte: IL MANIFESTO
Foto di Momir Kostic da Pixabay
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