Ingroia ad Aosta, subito in ferie «Qui perché sto antipatico»
«E che volete da me? Io c’ho ancora i biglietti da visita del Guatemala…» è il modo di sdrammatizzare il pasticcio burocratico in cui l’ex procuratore aggiunto di Palermo si è infilato tra due delibere: quella del Csm che gli ha imposto l’unica città in cui non era candidato alle elezioni di febbraio e quella del Tar, attesa per fine maggio, sul suo ricorso al trasferimento. «E che il Tar mi dia torto è un’ipotesi che non prendo in considerazione. Sono qui per il possesso dell’incarico ma non credo inizierò a lavorare immediatamente, potendo godere di ferie arretrate».
Puntualissimo, alle 9.30 arriva in Tribunale. Evita fotografi e telecamere chiudendosi alle spalle la porta dell’ufficio del Gip al piano terra e poi sale al secondo piano per un caffè con il procuratore capo Marilinda Mineccia, che aveva spiegato con garbo lo stato delle cose: «Il dottor Ingroia ha qualche perplessità , si trova a un bivio e deve scegliere tra magistratura e politica. I due ruoli non sono sovrapponibili, ma lui lo sa già : da sostituto procuratore non potrà occuparsi di politica». Lo spostamento successivo porta una nutrita delegazione nell’aula delle udienze. Due giudici a latere e il procuratore capo sono pronti all’«immissione in possesso», Valerio Staffelli aspetta in un angolo con la consegna in mano, il leader di Azione civile scuote la testa e sorride, il presidente del Palazzo di Giustizia Massimo Scuffi certifica: «Il Tribunale dichiara Antonio Ingroia immesso nelle funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Aosta. Bene, auguri!». Alla fine Ingroia cede ai microfoni: «Da oggi devo fare chiaramente un passo indietro, sono consapevole di non poter svolgere attività politica in prima persona». Ma neanche su Twitter? «Eh, mo’ non esageriamo… Potrò esprimere opinioni? E poi Azione civile ha i suoi coordinatori, può camminare benissimo sulle sue gambe». Contesta ancora la decisione del Csm: «Provvedimento ingiusto e illegittimo. Mi sono opposto non perché non riconosca l’importanza del collegio di Aosta ma perché è stata una scelta penalizzante: se è dipesa dalla mia virata in politica o se sto poco simpatico alla maggioranza dei componenti del Csm questo non lo so. So che provenivo da un incarico dirigente, mi erano dovute destinazioni equivalenti: sostituto procuratore Antimafia o Cassazione».
Poco prima di entrare in un ufficio che non occuperà — «Ma tanto la targa l’avevo già vista in foto sul Corriere» — esprime altre opinioni. Il processo Ruby: «La Boccassini sa il fatto suo e la sue richieste di condanna sono ben argomentate e motivate». La manifestazione del Pdl a Brescia: «Capisco che Berlusconi, peraltro imputato, ha anche il diritto di contestare la magistratura, ma la partecipazione dei ministri mi lascia perplesso». Risponde pure all’attacco di Marina Berlusconi — «È ancora un pm ma si comporta come un politico. Firmerò personalmente l’atto di citazione nei suoi confronti: questo signore si permette di descrivere la Fininvest come una società che ha riciclato capitali mafiosi» —: «Non temo la citazione, si vada a leggere gli atti». Da ultimo, avanza richiesta di ferie. Accordata: su 68 giorni non goduti, la Procura ne concede 30 «per esigenze d’ufficio». Ingroia tornerà in servizio il 20 giugno, a meno che il Tar non accolga il suo ricorso.
La trasferta valdostana lascia sbigottito Maurizio Gasparri (Pdl): «In un giorno solo Ingroia è passato da neosostituto procuratore a uomo in ferie e infine a capo partito, visto che il 18 maggio sarà alla manifestazione Fiom a Roma. Su questa confusione di ruoli si dovrebbero interrogare i togati del Csm e chiedere l’intervento del Guardasigilli».
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