Censis: indagine sul lavoro sommerso

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Un nuovo ciclo del sommerso

Diminuiscono le imprese sommerse, aumenta l`evasione e il lavoro irregolare, soprattutto immigrato
Il sommerso si destruttura

Il sommerso, come è stato conosciuto per decenni in Italia, si va destrutturando, va cioè perdendo i suoi connotati originari.
Un dato indicativo di tale destrutturazione è la riduzione delle imprese sommerse che scendono dal 22,3% del 2002 al 9,7% del totale delle unità produttive italiane.
Una riduzione che riguarda soprattutto il Centro-Nord con un valore di poco superiore al 5%, ma coinvolge anche il Mezzogiorno che dimezza la quota di imprese totalmente sommerse dal 34% al 17%.
Va crescendo, invece, sia pure non ancora in maniera eclatante, la quota di imprese regolari che hanno lavoratori senza contratto. Il più significativo incremento è dato tuttavia dalla crescita dell’occupazione totalmente irregolare presso aziende totalmente in nero, che passa dal 12,9% del 2002 al 14,2% del 2005, con l’effetto combinato di un aumento nel Nord-Est e nel Mezzogiorno, e di una riduzione nel Nord-Ovest e nel Centro Italia.
La vera novità è costituita dall’affermarsi della presenza, nell’universo dell’impresa e del lavoro irregolare, degli immigrati; indicata dal 60% degli osservatori locali come il più importante fenomeno di irregolarità in crescita: gli immigrati restano i soggetti maggiormente coinvolti nell’irregolarità e dimostrano una notevole capacità di generare imprese “etniche”.
Questa lenta mutazione deriva dal passaggio, anche del sommerso, dai settori manifatturieri a quelli terziari, da una ripresa dell’edilizia e del settore agroindustriale, da un’espansione delle strutture turistiche e per il tempo libero. La maggiore incidenza di lavoro irregolare riguarda proprio tali settori. E’ da notare che il 60% di questi lavoratori in nero non sono clandestini ma hanno un permesso di soggiorno. Una quota significativa di testimoni locali reputa elevata la presenza di imprese immigrate irregolari soprattutto nel Veneto, in Emilia Romagna e Lombardia.
E’ quanto emerge dall’indagine condotta dal Censis per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – la terza dal 1998 – presso 747 testimoni provinciali, individuati tra i rappresentanti del mondo dell’impresa e del lavoro (Cisl, Cgil, Confartigianto, Confcommercio, Confindustria, Cna, Ugl e Uil), delle Istituzioni (Inps, Inail, Camere di Commercio, Servizi per l’Impiego) e del mondo delle professioni (Consigli Provinciali dei Consulenti del Lavoro e Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti).
“Rispetto ai precedenti Rapporti”, ha dichiarato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, “il quadro è segnato da una netta accelerazione di quei processi di destrutturazione che già da tempo si intravedevano sottotraccia, come la terziarizzazione del sommerso e la crescita delle imprese irregolari di immigrati, ma anche le nuove fenomenologie generate da una difficile congiuntura”.
Il nuovo sommerso si concentra prevalentemente nei servizi, non solo in quelli a basso valore aggiunto (nei servizi domestici e di assistenza alla persona si stima che siano occupati in nero 37 lavoratori su 100) o tradizionalmente ad alta intensità di irregolarità, come bar e ristoranti (22,3%), i piccoli esercizi commerciali (17,4%), agriturismi e campeggi (17,3%), ma anche in quelli a più alto contenuto professionale, che hanno peraltro fatto registrare un notevole incremento occupazionale nell’ultimo triennio: l’intermediazione immobiliare (12,4%), i servizi di consulenza alle imprese (9,5%), i servizi informatici (8,8%) e di intermediazione finanziaria (8,8%).
Il nuovo sommerso tende a presentarsi sotto forma di evasione diffusa e di irregolarità di lavoro, comprendendo anche l’utilizzo improprio degli strumenti di flessibilità: evasione contributiva, evasione fiscale da parte dei singoli e delle imprese, fuori busta e doppie buste paga, utilizzo improprio dei contratti a progetto, sono infatti, dopo il lavoro irregolare prestato dagli immigrati, i fenomeni di irregolarità, a detta dei testimoni locali, più diffusi nel Paese.
Quali sono gli interventi che, secondo i testimoni locali, potrebbero risultare più efficaci per contrastare il sommerso? “Accrescere le agevolazioni per le assunzioni” (40,3%, soprattutto al Sud: 46,8%); “Aumentare l`efficacia del controllo e dell`azione di repressione” (39,3%, soprattutto nel nord-ovest: 46,4%); e “La possibilità di scaricare l`Iva su alcune tipologie di spesa o accrescere gamma spese detraibili” (31,2%).
Comunicato Censis

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