Libia, rivoluzione telecomandata

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Il quotidiano Libero, citando documenti riservati dell’intelligence francese (ottenuti dai servizi italiani) e basandosi su notizie pubblicate dalla newsletter diplomatica Maghreb Confidential, racconta come l’uomo più fidato del Colonnello, il suo responsabile del protocollo Nouri Masmari (nella foto con Gheddafi), lo abbia tradito rifugiandosi a Parigi lo scorso 21 ottobre.

Lì, nel lussuoso hotel Concorde Lafayette, questo inquietante personaggio ha ripetutamente incontrato i vertici dei servizi francesi, fornendo loro informazioni politiche e militari utili per rovesciare il regime libico e contatti libici fidati per organizzare una rivoluzione.

In base a queste indicazioni, il 18 novembre agenti francesi al seguito di una missione commerciale a Bengasi hanno incontrato il colonnello dell’aeronautica Abdallah Gehani, pronto a disertare. Gheddafi scopre qualcosa e dieci giorni dopo chiede alla Francia di arrestare Mesmari, ma lui chiede asilo politico e continua a tessere le sue trame.

Il 23 dicembre arrivano a Parigi altri tre libici: Faraj Charrant, Fathi Boukhris e Ali Ounes Mansouri, ovvero al futura leadership della rivoluzione libica. Mesmari, sempre sorvegliato/protetto dai servizi francesi, si incontra con loro in un lussuoso ristorante degli Champs Elysèe.
Subito dopo Natale arrivano a Bengasi i primi ”aiuti logisitici e militari” francesi.

A gennaio Mesmari, soprannominato dagli 007 francesi ‘Wikileak’ per tutte le informazioni che rivela, aiuta Parigi a predisporre i piani della rivolta assieme al colonnello Gehani. Ma i servizi segreti libici scoprono le intenzioni di quest’ultimo e lo arrestano il 22 gennaio.

Qui finiscono le rivelazioni di Libero, ma cominciano quelle sull’arrivo di commando di forze speciali britanniche e statunitensi a Bengasi.
Tra il 2 e il 3 febbraio, secondo ”informazioni raccolte in ambienti ben informati” dal blog Corriere della Collera (del massone Antonio De Martini, ex responsabile del movimento repubblicano di destra ‘Nuova Repubblica’), uomini delle Sas e delle Delta Force sarebbero giunti in Cirenaica per inquadrare e addestrare i futuri ribelli.

Il 17 febbraio scoppia la rivolta in Cirenaica.
Secondo fonti di stampa vicine ai servizi segreti israeliani e pachistani, una settimana dopo, nelle notti del 23 e 24 febbraio, sbarcano a Bengasi e a Tobruk centinaia di soldati delle forze speciali britanniche, statunitensi e anche francesi per aiutare i rivoltosi a sostenere la dura reazione militare del regime di Gheddafi: i gruppi ribelli vengono organizzati in unità  paramilitari e addestrati all’uso delle armi pesanti catturate dai depositi governativi.
La consistente presenza di forze militari inglesi in Cirenaica fin dalle prime fasi della rivolta anti-Gheddafi (almeno da fine febbraio) verrà  successivamente confermata dal giornale britannico Sunday Mirror.

I primi di marzo, secondo il settimanale satirico francese Le Canard enchainé, i servizi segreti francesi della Dgse hanno fornito ai ribelli libici un carico di cannoni da 105 millimetri e batterie antiaeree camuffato come aiuto umanitario e accompagnato da addesratori militari.

I mesi di pianificazione portata avanti dall’intelligence francese e il tempestivo, se non preventivo, sostegno militare anglo-americano-francese sul terreno, gettano nuova luce sulla natura della ‘rivoluzione libica’.


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