Bce alza i tassi all’1,25%, mutui più cari

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BERLINO – I quattro anni di grazia per l’eurozona sono finiti ieri a Francoforte. Il costo del denaro aumenta, per chiunque in Italia ha un mutuo a tasso variabile saranno 132 euro di spesa in più l’anno, e secondo il Tesoro il costo del debito pubblico italiano, a causa del rincaro degli interessi, salirà  di 550 milioni. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea, riunito alla Eurotower, ha deciso di alzare il tasso centrale Bce di un quarto di punto, cioè dall’1 all’1,25%. E’ necessario per combattere la minaccia dell’inflazione e difendere famiglie, imprese e poveri, ha ammonito il presidente Jean-Claude Trichet. I mercati hanno reagito con moderazione: le Borse europee ieri hanno chiuso in leggero ribasso, in media dello 0,50, ma più sull’onda dei gravi problemi macroeconomici mondiali causati dalla catastrofe nucleare in Giappone che non a causa delle scelte della Bce. L’allarme del mondo economico però è vivo: non sono decisioni che aiuteranno la domanda, ha ammonito l’ad di Fiat, Sergio Marchionne. La scelta annunciata ieri da Jean-Claude Trichet è comunque una svolta. E’ la prima volta dal 2008, quindi quasi il tempo di una legislatura americana o tedesca, che la Banca centrale europea aumenta il suo tasso e quindi il costo del denaro nella eurozona. I calcoli del costo della stangata arrivano pronti. Secondo la Cgia di Mestre, ad esempio, il rialzo dei tassi interesserà  2.233mila famiglie italiane, titolari di mutuo a tasso variabile. Affronteranno aumenti di spesa di 132 euro l’anno in media, e che nel centro-sud, specie in alcune città  (Pescara, Cagliari, Roma, Sassari) saranno attorno ai 200 euro. Secondo l’Adoc, l’aumento del costo dei mutui, sommato al rincaro delle bollette per elettricità  e gas, porterà  a un aggravio di spesa medio attorno ai 500 euro annui per i consumatori italiani. Anche negli altri paesi della eurozona, persino nella forte Germania con la sua ripresa impetuosa, non sono assenti preoccupazioni per l’impatto macroeconomico dell’aumento dei tassi. Reazioni d’allarme, ma Trichet non si emoziona: «Il nostro è un contributo alla crescita, vogliamo assicurare la stabilità  dei prezzi a medio termine». Ha anche sottolineato che la svolta di oggi non indica un’inversione di tendenza totale nella politica bce del costo del denaro. «Non abbiamo detto che si tratta del primo aumento e che ne seguiranno altri, non prendiamo impegni per il futuro, non l’abbiamo mai fatto, è la nostra politica da sempre e la manterremo», egli ha affermato. Presentendo forse un clima di critiche alla scelta della Bce di aumentare i tassi, Trichet ha anche lanciato un doppio contrattacco. Da un lato ha ripetuto con forza il monito ai governi: tocca a loro risanare i conti pubblici e assicurare ai mercati, come segnale di fiducia nell’euro, finanze pubbliche stabili e riforme di struttura ormai non più rinviabili. Dall’altro, egli ha sottolineato, la Eurotower non tollererà  spirali rialziste con una rincorsa tra prezzi e salari. La reazione moderata delle Borse sembra dargli al momento ragione.


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