Primo maggio, la lunga e faticosa strada dell’unità 

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PUNTI DI CONTATTO Fisco e rappresentanza saranno i temi sui quali riprendere il confronto. Del resto, anche a rileggere le dichiarazioni del primo Maggio, si capisce che al momento sono questi gli unici argomenti che vedono qualche punto di contatto tra le sigle. Soprattutto il fisco: «La prima riforma da fare in Italia », ha detto Susanna Camusso nel suo intervento siciliano. «Una riforma necessaria perché ci vuole maggiore equità  e giustizia». Per questo, e per richiedere al governo una nuova politica economica, il sindacato di Corso Italia ha indetto lo sciopero generale di venerdì. E sempre sul fisco Cisl e Uil riuniranno i loro delegati e mobiliteranno i lavoratori sabato 21 maggio. Più impegnativa invece la «convergenza » sul tema della rappresentanza. Anche in questo caso il presupposto è «ripartire dalle regole » che ci uniscono, ha detto sempre dalla Sicilia la Camusso. Su questo fronte lo spartiacque è il tavolo del 2008: punto di riferimento per Cisl e Uil, meno per la Cgil che ha presentato una nuova proposta. Un punto di «contatto» da cui partire potrebbe essere l’intesa raggiunta unitariamente dalla categoria dei bancari. Agostino Megale, segretario dei bancari Cgil ( Fisac- Cgil) – «irriducibile della ricostruzione unitaria», come si definisce – la spiega così: «Stabilisce che, quando nelle trattative emergono punti di disaccordo, la coalizione sindacale che rappresenta il 60 per cento degli iscritti certificati prosegua nell’ipotesi di intesa con la controparte. Il risultato verrà  presentato ai lavoratori insieme alle ragioni dei contrari e poi rimesso al voto dei lavoratori, che decideranno se rendere l’accordo valido o meno». Percorsi possibili? Prima di tutto c’è da chiudere definitivamente la partita delle ex carrozzerie di Grugliasco. E in questo senso un contributo l’ha dato l’invito della rsu Fiom ai lavoratori della fabbrica, ai quali è stato suggerito di votare sì al referendum sul contratto aziendale in stile Pomigliano d’Arco. NESSUNA VIOLENZA Ieri anche Raffaele Bonanni è tornato a tracciare la via dell’unità  sindacale: «È più facile se ciascuno la vuole, ma bisogna prendere le distanze, nettamente, dalle violenze verbali e fisiche», ha ribadito il leader Cisl riferendosi alle contestazioni del Primo maggio al suo sindacato e alla Uil. Le due sigle sono state contestate a Torino e a Milano. Nel capoluogo piemontese tre bandiere della Cisl, sottratte durante il corteo, sono state bruciate da esponenti dell’area antagonista sul palco del comizio, in piazza San Carlo. A Milano invece sono stati fischiati i segretari locali Walter Galbusera (Uil) e Danilo Galvani (Cisl). Per Luigi Angeletti, invece, l’unità  dei sindacati «può essere utile manon è il fine. Quello che vogliamofare non è l’unità  dei sindacalisti ma l’unità  dei lavoratori». Perché «la vera emergenza» è affrontare i «veri problemi» di chi lavora. 


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