“I prezzi del gas torneranno a salire pronti a investire sul nucleare italiano”

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MILANO – Pensa che a breve ci sarà  «una ripresa dei prezzi del gas». Conferma la sua intenzione di «investire nel nucleare in Italia se si presenterà  l’occasione». Ma chiede al governo «regole stabili per le rinnovabili». Gerard Mestrallet, numero uno di Gdf Suez è appena stato in Italia per annunciare un piano per la crescita nel nostro paese. La società  francese numero due al mondo dopo Edf, vuole raddoppiare il numero di clienti nel settore del gas, ma lo farà  con piccole acquisizioni. Escludendo, così, di avere mire su Sorgenia, società  del gruppo De Benedetti: «Non è in agenda», ha dichiarato Mestrallet che al termine della sua trasferta a Milano ha rilasciato questa intervista a Repubblica.

Gdf Suez è ancora interessata al piano di rilancio del nucleare in Italia, nonostante il rallentamento del governo?
«Dopo l’incidente in Giappone, l’Europa ha stabilito che verranno effettuati stress test in tutte le centrali. Bisognerà  aspettare i risultati per capire cosa accadrà  alle politiche governative sul nucleare. Noi abbiamo un accordo con E.On per sviluppare progetto in Italia se si presenterà  l’occasione. Al momento, lo confermiamo”. 
Ma un blocco dei progetti sul nucleare avrà  ripercussioni sulle vostre scelte energetiche?
«Gdf Suez ha un mix energetico molto bilanciato, dove il nucleare pesa solo per il 10%. Abbiamo un programma di investimenti in prospettiva per il 2011 di 11 miliardi di euro che realizzeremo indipendentemente da cosa decideranno i governi sul nucleare. Nel caso decidano di rallentare o fermare vuol dire che investiremo di più in altri settori, dall’idroelettrico al gas».
A proposito del gas, confermate i vostri progetti anche con un livello dei prezzi così basso?
«Sul prezzo del gas incidono alcuni fattori. L’andamento depresso della domanda industriale. Il prezzo del petrolio che ha ripercussione sui contratti di lungo periodo. La scoperta di giacimenti di shale gas negli Stati Uniti, grazie alle quali stanno diventando indipendenti dall’estero, e che ha provocato un ribasso sul mercato spot. Ma la domanda del gas è in crescita, soprattutto in Asia. Per cui ritengo, con l’inizio dell’anno prossimo, che ci sarà  una ripresa dei prezzi. Sono convinto che per operatori integrati con visione strategica di lungo periodo, i contratti take or pay resteranno un elemento fondamentale». 
Crede al carbone come fonte alternativa al nucleare?
«Gli investimenti nel carbone scontano la diffidenza ancora diffusa nei confronti di questo combustibile. Anche se le nuove tecnologie hanno ridotto considerevolmente la quantità  di Co2 emessa. Perché ci sia un ritorno al carbone occorre investire ulteriormente nelle tecnologie che riducono l’impatto ambientale. Ed è quello che facciamo anche noi: vicino a Rotterdam stiamo realizzando il più grande impianto al mondo per la cattura della Co2».
In Italia siete partner di Acea Roma, società  con cui avete avuto un lungo contenzioso. Ora che avete trovato un accordo venderete la vostra quota dell’11%?
«La quota è divisa a metà  tra Gdf Suez Energia Italia e Suez Environnement che è attiva nel settore idrico. In quest’ultimo campo è nostro interesse continuare l’attività  nel business dell’acqua in collaborazione con Acea e quindi mantenere quel 5% sarà  una conseguenza naturale. Nel settore dell’energia ci siamo, invece, divisi e Gdf Suez ha preferito concentrarsi sulla produzione. L’altro 5% farà  la sua strada, ma non abbiamo ancora preso nessuna decisione». 
In Italia siete leader nell’eolico. Cosa pensa della scelta del governo di ridurre gli incentivi alle rinnovabili?
«Il livello dei nuovi incentivi è interessante, ma per il settore delle rinnovabili l’aspetto più importante è la stabilità  del sistema e la certezza delle regole. Occorre che ci sia una quadro di norme chiare che una volta approvate non cambino troppo spesso. E lo sviluppo delle rinnovabili non può essere fatto a discapito degli investimenti già  effettuati nella produzione convenzionale».


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