Fiat cambia il piano, Mirafiori senza suv

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TORINO – Ora è ufficiale: la Fiat «sta facendo una valutazione legata al modello da produrre a Mirafiori». Dunque non è più certo che nello stabilimento torinese si realizzeranno i due modelli di suv previsti dal piano Fabbrica Italia. La Fiat comunque garantisce che la scelta dei modelli da produrre a Torino «avverrà  in tempi brevi». Dal Lingotto si lascia intendere che la decisione verrà  presa entro l’autunno e che in ogni caso la produzione delle nuove auto inizierà  a fine 2012, come già  previsto per i suv.
La certificazione del ripensamento di Marchionne è arrivata ieri mattina con il comunicato ufficiale scritto al termine dell’incontro tra l’ad e il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota. Comunicato che conferma la partenza dell’investimento da 550 milioni per produrre alla ex Bertone due modelli della Maserati. Quanto a Mirafiori invece si conferma la volontà  di investire ma si annuncia che è in corso una valutazione sul modello da produrre. Secondo il progetto Fabbrica Italia, che Marchionne aveva condizionato all’approvazione di nuove regole nelle relazioni sindacali, nello stabilimento torinese l’investimento avrebbe dovuto essere di un miliardo di euro per realizzare tra i 280 e i 300 mila suv all’anno da vendere in tutto il mondo con i marchi Chrysler e Alfa. Si era anche pensato a una joint venture tra Torino e Detroit che creasse una società  ad hoc per gestire le Carrozzerie di Mirafiori. Oggi, con la Fiat che è diventato il principale azionista di Chrysler, forse la joint venture non si realizzerebbe comunque perché superata dai fatti. Ma certo non sarà  facile trovare modelli in grado di assorbire investimenti per un miliardo e garantire la stessa occupazione dei suv. Mirafiori infatti occupa in carrozzeria circa 5.000 persone che attualmente realizzano solo la Mito dopo che è cessata la produzione di Thesys, Alfa 166, Multipla e Punto. A far sospendere il progetto dei suv ci sarebbero non tanto le valutazioni di convenienza legate al dollaro debole (anche lo scorso anno l’euro era comunque su livelli alti) quanto le previsioni di mercato 2012. «Ci aspettiamo un mercato debole in Europa nel prossimo anno», ha detto Marchionne a Rimini sottolineando che invece le performances in Usa «sono buone». A questi dati generali si aggiunge l’effetto della crisi che in Europa si tradurrà  in aumenti della tassazione per i redditi alti, deprimendo ulteriormente il mercato dei suv da questa parte dell’Atlantico.
Le reazioni dei sindacati all’annuncio di ieri mattina sono tutte di grande preoccupazione. «Marchionne ci convochi se la situazione è cambiata», chiede la Fim con Claudio Chirale. Il segretario nazionale dell’Ugl, Antonio D’Anolfo, protesta che «non si possono cambiare le carte in tavola, i patti erano chiari», mentre per Rocco Palombella della Uil, «non possiamo seguire Marchionne nei suoi cambi di programma che creano allarme tra i lavoratori». Giorgio Airaudo della Fiom parla di «gioco dell’oca della Fiat» e ricorda che i suv sono il secondo modello previsto a Mirafiori che salta. «L’importante – afferma con una punta di ottimismo Roberto Di Maulo del Fismic – è che siano garantiti gli investimenti e le produzioni e la Fiat a Mirafiori si è impegnata». Il problema semmai sono i tempi perché a Torino molti dipendenti rischiano di rimanere in cassa integrazione per buona parte del prossimo anno.


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