L’opposizione va all’attacco: fuori la verità sulle richieste Bce
E temono che nasconda chissà quali richieste di impegni, volutamente sottaciuti da Palazzo Chigi. «Vogliamo la verità » tuona Pier Luigi Bersani sostenendo che «è incredibile e inaccettabile che l’opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo» . Bersani si domanda con preoccupazione: «Che cosa davvero ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato dica almeno qual è la situazione reale» . Dubbi analoghi solleva, con accenti simili, la segreteria della Cgil che accusa l’esecutivo di non dire come stanno veramente le cose.
«L’insistente notizia — si legge in una nota — che vi sarebbe una comunicazione formale della Bce che indica al governo le misure da prendere dà corpo alla preoccupazione che si stia vivendo in un Paese commissariato e privo di autonomia» . Per il sindacato si tratta di una questione di «correttezza democratica» . Il governo, è l’ingiunzione della Cgil, deve «rendere nota senza omissioni la comunicazione o la lettera della Bce: così ciascuno potrà in trasparenza valutare a che punto di crisi è giunto il Paese senza il velo delle continue omissioni e menzogne dell’esecutivo» .
Il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, si spinge oltre, chiedendo le dimissioni del premier Berlusconi e, come conseguenza di questo atto, il ricorso alle elezioni anticipate. «L’Italia — scrive sul suo blog — è oggi sotto tutela della Ue e un governo sotto tutela non è libero, non è democratico e non è in grado di restituire quella fiducia di cui lo nostra economia ha bisogno per non affondare» .
Da queste considerazioni l’ex pm fa discendere che «politicamente Berlusconi è un incapace perché non conosce più niente della realtà del suo Paese e rappresenta un ostacolo sulla via della risoluzione della crisi. Per rendere per la prima volta un servizio patriottico dovrebbe andarsene» .
A replicare a queste obiezioni, dal campo della maggioranza si leva la voce del deputato leghista Gianni Fava, molto critica nei confronti del Pd, accusato di tifare «per gruppi finanziari, poteri forti e salotti che prendono parte al grande gioco della speculazione internazionale» . «È desolante vedere che il partito di opposizione numericamente più consistente— fa notare Fava — sia dal punto di vista politico quello più inconsistente e si limiti a perseguire la tattica del tanto peggio tanto meglio noncurante di mettere a repentaglio la il destino del nostro Paese, delle famiglie e delle imprese sull’altare di un proprio ed esclusivo tornaconto partitico» .
Insomma, a Fava sembra che «la disponibilità del Pd a condividere soluzioni comuni appaia finta e del tutto virtuale, ad uso e consumo solo dei media, avendo invece un atteggiamento se possibile peggiore di quello dell’Idv» .
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