SuperInps, rifiuti tracciabili e farmacie così i senatori hanno corretto la manovra

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ROMA – La manovra esce stravolta dagli emendamenti imposti in commissione Bilancio a Palazzo Madama. Alcune modifiche sono pesanti e hanno riflessi diretti sul mondo del lavoro (si pensi all’articolo 8 che apre ai licenziamenti nei contratti aziendali). Altre correzioni arrivate sul filo di lana, smantellano quanto costruito e votato soltanto qualche ora prima. È il caso dei redditi online che, dopo due giorni di vita (e polemiche), di fatto, spariscono.
Ecco il volto del provvedimento che approderà  domani in Aula per un voto che il ministro dello Sviluppo Paolo Romani non esclude possa trasformarsi in fiducia.
Tasse e contribuenti. Sui redditi online un emendamento approvato in serata limita la pubblicazione dei dati da parte dei Comuni alle sole categorie di contribuenti, senza citare in alcun modo i nominativi. Nel contempo salta l’obbligo di indicare sulla dichiarazione dei redditi i rapporti intrattenuti con gli istituti di credito. In compenso l’Agenzia delle Entrate potrà  controllare preventivamente i conti correnti senza aspettare di aprire un procedimento di accertamento. Sempre sul fronte tasse, nelle prossime settimane si riaprirà  la “caccia” alle somme non riscosse con il condono tombale del 2002.
Sono state poi approvate norme che (in teoria) spalancano le porte del carcere a chi evade oltre la soglia dei 3 milioni di euro. Buone notizie per i Comuni che potranno usufruire del 100% dei proventi della lotta all’evasione legata agli immobili del territorio. Altra boccata d’ossigeno per gli Enti locali arriva dal gettito derivante dalla Robin Hood tax che sarà  girato integralmente nelle loro casse. Brutte notizie, invece, per le società  di comodo che dovranno far fronte ad una maggiorazione del 10,5% dell’Ires. E resta confermata la stretta sulle agevolazioni fiscali per le Coop e banche di credito cooperativo.
Tagli e risparmi. Le Province, comprese quelle con meno di 300mila abitanti, possono tirare un sospiro di sollievo: il loro numero resta invariato (in attese della legge costituzionale in materia) mentre saranno ridotti della metà  i consiglieri. La commissione Bilancio ha salvato le feste laiche (Primo maggio, 2 giugno e 25 aprile) ma condannato all’oblio quelle patronali con l’eccezione di San Pietro e Paolo, festa cara ai romani e inclusa nel Concordato. Nell’ambito della revisione della spesa pubblica, saranno accorpati gli enti previdenziali che daranno vita ad un super Inps. Non sarà  invece cancellato il Sistri, il sistema di tracciabilità  dei rifiuti. Salvi anche i Fas regionali, le tredicesime dei dipendenti pubblici. Salta il contributo di solidarietà  per i redditi dei privati oltre i 90mila euro. Confermato quello su pensioni d’oro e Pa.
Lavoro e liberalizzazioni. Secondo l’emendamento votato ieri sera «i contratti aziendali e territoriali operano anche in deroga alla disposizioni di legge» e regolamentazioni contenute nei contratti nazionali di lavoro. Le liberalizzazioni si scontrano con la nuova norma che di fatto ha rimesso il lucchetto alle licenze delle farmacie che quindi, torneranno ad avere un “numero chiuso”. Confermata infine la decisione del governo di regalare le nuove frequenze agli operatori Tv per i canali digitali.


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