«Un pretesto, le ragioni della Fiom non sono cambiate»

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«Dispiaciuto» per la scelta di Stefano Fassina e Matteo Orfini di non partecipare al corteo della Fiom, soprattutto «per le motivazioni che ne hanno dato». Pippo Civati, consigliere regionale della Lombardia e anima (insieme a Debora Serracchiani) dell’area Prossima Italia – ex rottamatori poi in rotta con Matteo Renzi – racconta che non è d’accordo con buona parte della piattaforma dello sciopero Fiom. E però le ragioni dei due esponenti della segreteria Pd, che avevano annunciato di essere presenti venerdì al corteo lo stavano facendo riflettere. E invece. 
Orfini e Fassina hanno deciso di non andare al corteo Fiom per la presenza dello spezzone No Tav.
Mi sembra un cortocircuito della politica. Una ragione per coprirne un’altra. Se è un pretesto, l’hanno scelto male.
Perché crede che sia un pretesto? Hanno verificato che i No Tav saranno un’anima importante del corteo.
Ma che c’entra? Che la Fiom appoggi il movimento No Tav non è una novità  delle ultime ore. Ma il corteo è convocato sulle ragioni dei metalmeccanici. E Fassina e Orfini ci hanno spiegato in questi giorni, in maniera convincente, che nella piattaforma dello sciopero ci sono punti importanti anche per il Pd, come la vicenda Fiat e la democrazia in fabbrica. Poi ce n’è altri, che io non condivido. Ma anche lì Matteo e Stefano ci hanno spiegato che comunque per il Pd è importante mantenere aperto un dialogo, e aiutare a far dialogare Fiom e governo. Queste ragioni restano. Allora perché il contrordine?
Loro dicono: il Pd è per la Tav, non si può partecipare a un corteo che di fatto sarà  molto schierato con i No Tav. E comunque un pezzo del partito li avrebbe attaccati, e con loro avrebbe messo sotto accusa Bersani. Non è così?
Se Bersani avesse scelto una linea e l’avesse sostenuta politicamente gli avremmo dato ragione in molti. Se il Pd va in un’iniziativa, non è che si scioglie in quell’iniziativa. Un po’ più di laicità  non guasterebbe. 
Ma lei va, al corteo Fiom?
Ci stavo ragionando su, proprio grazie alle appassionate riflessioni di Orfini e Fassina. Ripeto, a me la piattaforma Fiom piace meno che a loro, ma credo che il Pd debba mettere in comunicazione i pezzi della società  che rappresentano il conflitto. Che c’è, per quanto io sia fermamente non violento. 
Lei è a favore della Tav?
Sì. Ma sto cercando di fare in modo che tutti i sindaci della Valle vengano ascoltati, non solo i pro-Tav. E penso che oltre a quel tunnel ci siano un sacco di cose da fare.
Ma a un corteo No Tav ci andrebbe? 
No. Però farei politica. Il ruolo del Pd in questa vicenda è mettere in relazione quelli che non comunicano. E stemperare le tensioni.


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