Scuola, le assunzioni fantasma

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Un taglio drastico, che ha comportato nel corso del triennio una riduzione di 87 mila docenti e 45 mila tra tecnici, ausiliari e amministrativi. Misura accompagnata da un’abile campagna di stampa tesa a sostenere che gli insegnanti italiani erano troppi, anche un po’ fannulloni, che quella scelta avrebbe fatto diminuire il precariato e infine che la scuola aveva bisogno di un po’ di ordine e di un po’ di rigore. Ordine e rigore decisi centralmente, à§a va sans dire, in spregio di ogni idea di autonomia del sistema scolastico. E allora via con i grembiulini e con i giudizi sostituiti dai numeri.
Ora saremmo al termine del triennio. E forse prima di ogni altra scelta bisognerebbe valutare gli effetti di quelle politiche. È per caso diminuito il precariato? La scuola funziona meglio? Vogliamo interrogare i genitori di una scuola primaria impoverita di risorse, di persone, con classi sempre più affollate, con un tempo pieno che diminuisce soprattutto dove ce ne sarebbe più bisogno? Imparano meglio oggi le bambine e i bambini rispetto a quanto avveniva in una scuola che fino a qualche anno fa era ai primi posti nelle classifiche internazionali? 
La scuola è stremata. E se ancora funziona lo si deve alla tenacia, alla convinzione, all’entusiasmo di grandissima parte dei suoi operatori. Ma fino a quando può reggere una situazione così infelicemente contraddittoria? Dov’è il diritto allo studio se non si accompagna al diritto alla qualità , al miglioramento dell’insegnamento e dell’apprendimento per tutte e tutti? Soprattutto, fino a quando si deve continuare a ridurre le risorse a un sistema formativo ormai al di sotto – nella spesa – rispetto a tutti i parametri europei? Ma non si può perdere tempo a capire: la scuola italiana continua a essere un costo e quindi va bloccata la spesa. È questo il senso della vicenda di questi giorni, anzi di queste ore.
Una proposta di buon senso, 10 mila assunzioni per il prossimo anno, una boccata d’ossigeno per tanti precari, bloccata da un deciso diniego del governo nella commissione bilancio della Camera, peraltro dopo un parere positivo delle commissioni di merito. Con una motivazione un po’ tirata per i capelli. Che non ci sarebbe certezza di copertura nel tempo, rispetto a quella prevista dall’emendamento sulle 10.000 assunzioni. Quante misure hanno trovato copertura nell’aumento delle sigarette? E se tutti smettessero di fumare? Ma le notizie delle ultime ore ci dicono che alla fine non ci sarebbe neanche accordo sulla fine del blocco degli organici per il prossimo anno, e che la possibilità  di nuove assunzioni potrebbe esserci, ma solo in presenza di un aumento degli studenti.
Il conto è presto fatto: l’aumento della popolazione scolastica secondo le stime del ministero per il 2012/2013 potrà  permettere 900 assunzioni, ma solo al Nord, sempre che non rimangono i tagli di 1.800 docenti già  previsti dalla Gelmini. Insomma da 10mila assunzioni a forse 900. Bel risultato! E tutto questo avviene mentre si ricomincia a parlare di crescita. Ma quale? Se si continua a ridimensionare il sistema formativo ci si allontana dall’Europa, che inseguiamo per ogni altro aspetto, e si resta in assoluta continuità  col precedente governo.


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