Carlà  si sente un po’ Lady Gaga “Ma quanti pregiudizi su mio marito”

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PARIGI – «In confronto alla signora Pompidou, sono Lady Gaga». Carla Bruni gioca a rimpiattino coi giornalisti, si dice incompetente in politica e dà  interviste in cui in realtà  fa di tutto per dorare il blasone del marito. Certo, non è difficile essere Lady Gaga nei confronti di una First Lady d’altri tempi, quando la sola idea di un’ex modella e cantante all’Eliseo avrebbe fatto inorridire mezzo paese. Ma la Bruni non è una ribelle: ha sposato il capo dello Stato e accettato tutte le convenienze e le inconvenienze del suo ruolo.
L’intervista pubblicata dal Nouvel Observateur lo conferma: la signora Bruni-Sarkozy si presenta un po’ come la solita mogliettina che sostiene il marito, ma non sa bene cosa sia la politica, e un po’ come la critica feroce di quella gauche caviar (radical chic, diremmo noi) di cui lei stessa fu una tipica rappresentante. La classica ingenua che sa graffiare, se vogliamo utilizzare uno stereotipo ben consolidato. Ma essendo stata modella e cantante conosce bene i meccanismi del mondo mediatico e non perde occasione per attaccare a testa bassa la stampa. La quale, a suo dire, crea e amplifica i fenomeni: «Sul campo non sento aggressività , la gente sembra che ami Nicolas. L’anti-sarkozysmo è un fenomeno dell’élite parigina». 
Quanto alla sua posizione, Carla Bruni pensa di aver trovato il posto giusto dopo il viaggio in Inghilterra, quando fu impeccabile negli incontri con la regina: «I francesi eleggono un uomo, non una coppia. La gente non apprezza l’intervento della moglie, chiunque sia. È una questione di posto. Restare al proprio posto è molto importante». E la sua esperienza passata l’ha aiutata a fare al differenza tra personaggio pubblico e vita privata: «La notorietà  non mi pesa e poi mi travesto, in senso proprio e figurato. Con una parrucca, nessuno mi riconosce nel metro. Recentemente, hanno perquisito la mia borsa al museo della Marina».
E la politica? Dice di non intendersene, ma difende il marito su tutta la linea. Fa una campagna spostata a destra? «Un preconcetto dei giornalisti». E poi Sarkozy ha nominato figli di immigrati nei ministeri e dato responsabilità  ad alcuni socialisti. Detto questo, «non ho le competenze per giudicare tutto ciò». Sarkozy, che ogni tanto le chiede un parere, «è finito sull’animale più apolitico che ci sia». Gioca a fare l’idiota, chiede il settimanale? «Non gioco a niente, conosco i miei limiti, il che non è precisamente un segno di idiozia. Certi argomenti, come l’economia, mi sfuggono, non mi metto a fingere».
Quanto alla sinistra, la Bruni l’ha davvero abbandonata. Critica il maschilismo di certi commenti al momento dell’affare Strauss-Kahn, se la prende con Laurent Fabius per aver preso il controllo di una casa d’aste con alcuni finanzieri e difende il marito contro chi lo definisce come un amico dei ricchi: «Ci sono due pesi e due misure». Sul futuro, resta abbottonata. Non vuol parlare di un’eventuale sconfitta di Sarkozy il 6 maggio («non si fanno previsioni sulle cose importanti della vita»). Ma poi si lascia andare all’ultimo peana per il marito-candidato: «Può esistere al di fuori della vita politica. Se perdesse queste elezioni, ci farebbe una croce sopra, non è uomo da mezze misure. Ma io sono convinta che sarà  rieletto. In questi tempi di crisi, il nostro paese ha bisogno di un uomo come lui». Questa Carla Bruni non piace alle sue vecchie amiche, scrive il Nouvel Observateur: «Si ha l’impressione che sia in una setta, ammaliata da un guru». L’altra possibile First Lady, la compagna di Hollande, preferisce restare più discreta: «Non voglio entrare in competizione con Carla Bruni. L’elezione non deve spostarsi su questo terreno», ha detto Valérie Trierweiler, rifiutando di farsi intervistare.


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