Un martedì di panico nelle Borse Milano -5%, spread oltre quota 400

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MILANO – Martedì nero per i mercati d’Europa. In Borsa sono stati bruciati 170 miliardi di capitalizzazioni, ma anche sul fronte obbligazionario la tensione resta altissima e il differenziale tra i titoli di Stato italiani a dieci anni, e quelli tedeschi è volato nuovamente sopra quota 400 punti. 
Eppure a fine marzo sembrava che il barometro dei mercati volgesse al sereno, lo spread tra i bund tedeschi e il debito dei Paesi periferici era tornato sotto i livelli di guardia, le banche avevano tappato le falle grazie alla liquidità  ricevuta in prestito dalla Banca Centrale Europea, e gli Stati Uniti sembravano fuori dal guado. E invece il deficit di bilancio spagnolo peggiore delle attese e il debole andamento del mercato del lavoro Usa di marzo, hanno riportato il pessimismo tra gli investitori che ieri vendevano a piene mani azioni e debito italiano, per investire nei così detti beni rifugio, vale a dire l’Oro (volato a 1.652 dollari all’oncia), il franco svizzero (sopra il livello di guardia di 1,2 euro) e i titoli del lusso perché tanto i ricchi continuano a fare shopping anche in tempi di crisi. Ieri l’allarme del Fondo Monetario Internazionale non ha risparmiato neppure i beni rifugio: stante la crisi economica e del debito sovrano che si va allargando sempre più, nessun investimento «può essere considerato un porto sicuro». L’Fmi è infatti preoccupato perché le recessioni precedute da un forte aumento del debito privato «tendono a essere più severe e prolungate». Secondo le stime dell’Fmi, «nei 5 anni che hanno preceduto il 2007,il rapporto fra debito e reddito delle famiglie è salito a livelli record nelle economie avanzate e in quelle emergenti». 
Tutti buoni motivi per scatenare il panico sui mercati, che ieri sono tornati indietro ai minimi che non vedevano più da tre mesi, con Piazza Affari cenerentola d’Europa sotto di 17,2 miliardi rispetto a venerdì. Londra ha perso il 2,2%, Francoforte il 2,4%, Madrid il 2,8%, Parigi il 3% e anche Wall Street ha chiuso in negativo – 1,63% il Dow jones e -1,83 il Nasdaq. A Milano il Ftste Mib è crollato del 4,98% a quota 14.498,88 punti, prese di mira le banche italiane, i cui portafogli sono pieni di bond tricolori. E così ieri le quotazioni di Unicredit (-8,1%), Intesa Sanpaolo (-7,9%) e Banco Popolare (-7,3%) sono crollate. Viceversa lo spread tra Btp e Bund decennali è volato addirittura a quota 404, un livello che non vedeva più dallo scorso gennaio. Del resto mentre a febbraio la bilancia commerciale della Germania ha registrato un attivo di 13,6 miliardi di euro, a riprova del fatto che l’export tedesco va ancora forte, in Italia aumentano le preoccupazioni. Dopo che la Spagna ha varato ieri una nuova manovra da 10 miliardi, che porta a 37 miliardi di euro il piano di tagli alla spesa pubblica per risanare i conti, si teme per il bilancio dell’Italia i cui debiti sono pari al 120% del Pil. E anche il superdindice dell’Ocse registra lievi miglioramenti per tanti Paesi, tranne che per l’Italia: a Febbraio si è registrato una ripresa dei Paesi dell’area Ocse, con un aumento di 0,2 punti a 100,5. In controtendenza l’Italia dove il superindice scende dal 99,5 di gennaio a 99,4, peggio anche dell’Eurozona che a febbraio era stabile a quota 99,6.


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