Passera ai petrolieri:”Giù i prezzi” Due centesimi di possibile ribasso per neutralizzare la stretta fiscale

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ROMA – Quasi due centesimi e mezzo di euro in più al litro. Il nuovo balzo delle accise deciso dal governo per finanziare l’emergenza terremoto, potrebbe non cadere sulle sole spalle degli automobilisti costretti ad acquistare i carburanti già  oggi più cari d’Europa. Se le compagnie petrolifere dovessero accettare l’invito del ministro Passera a farsi carico dell’ennesimo incremento delle accise, l’impatto sul pieno poterebbe essere ridotto al minimo: a circa mezzo centesimo di euro sui 2,4 complessivi prodotti dal perverso effetto moltiplicatore dell’Iva sulle accise. Le premesse per un atto di buona volontà  delle aziende ci sono tutte, anche se i ritardi e le carenze strutturali della rete di distribuzione dei carburanti non permettono spazi di manovra più ampi. I margini del settore sono comunque soddisfacenti e lo storico “stacco” tra il costo dei carburanti italiani (al netto delle imposte) e quelli europei resta elevato e ben oltre i 4 centesimi al litro. 
Dal 12 marzo la differenza rispetto alla media Ue del nostro prezzo industriale, che comprende tutte le voci ad eccezione delle tasse, è schizzata oltre la media “storica” dei 3 centesimi al litro, fino a raddoppiare toccando il 30 aprile 6,5 centesimi. Nonostante il crollo dei consumi (meno 20% nel 2012) una parte degli abbondanti margini rilevati negli ultimi mesi, potrebbe essere usata dalle compagnie per fare propria la moral suasion di Passera e assorbire il temporaneo aumento delle imposte di fabbricazione.
Sarebbe una piccola consolazione per gli automobilisti che negli ultimi dodici mesi hanno pagato a caro prezzo la girandola di ritocchi delle accise sommata ai rincari del petrolio: in un anno un pieno di gasolio è passato da 86 a 107 euro (+21 euro); quello della benzina da 94 a 110 euro (+16). Dati troppo pesanti per poter far finta di nulla e rimandareo al mittente la richiesta di aiuto del governo. E così il presidente dell’Unione Petrolifera Pasquale De Vita, ieri non ha potuto fare altro che incassare il colpo e “girare” l’invito agli associati dando quasi per scontato – senza però entrare nel merito – un atto di solidarietà . 
Passera aveva infatti chiesto all’Up di «valutare l’opportunità  di ridurre il prezzo industriale dei carburanti. In questo momento di emergenza per tanti cittadini e imprese – aveva dichiarato – siamo certi che anche le aziende petrolifere, che rappresentano uno dei comparti industriali più importanti, vorranno fare la loro parte». 
Una presa di posizione netta preceduta, tra l’altro, da uno scontro tra i tecnici del ministero e quelli dell’Antitrust sull’opportunità  di sollecitare le compagnie ad un’azione coordinata. L’autorità , nel corso degli ultimi anni, per evitare accordi sui prezzi, ha sempre contrastato e scoraggiato ogni movimento collettivo delle compagnie arrivando al punto di vietare la pubblicazione dei listini. Ma Passera, nonostante il parere negativo degli uffici Antitrust, è andato per la sua strada.


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