Tv digitale, frequenza in più a Rai, Mediaset e H3g
ROMA – Rai, Mediaset e H3g potranno disporre di una frequenza nazionale extra (cioè di una rete di ripetitori) per fare la tv digitale terrestre, mentre i consumatori saranno più protetti su Internet dall’uso abusivo dei dati personali. Sono le novità di due decreti legislativi approvati ieri dal Consiglio dei Ministri. Così l’Italia recepisce e include nel Codice delle Comunicazioni elettroniche due direttive comunitarie, la 140 e la 136 del 2009.
L’Italia ha fatto suo, in particolare, il principio di neutralità tecnologica. Significa che le frequenze non potranno più essere vincolate a usi tecnologici specifici. Il principale effetto è che Rai, Mediaset e H3g potrebbero usare – per fare la televisione – le tre frequenze che detengono già e che erano vincolate a servizi di basso interesse commerciale. Prima però dovranno essere autorizzate dal Garante per le Comunicazioni (AgCom) e dal ministero allo Sviluppo Economico, i quali valuteranno se la conversione delle frequenze sia compatibile con il “piano regolatore” dello spettro radio. Questo “regalo” a Rai e Mediaset ha un risvolto politico. Dovrebbe scongiurare l’opposizione del Pdl ai progetti del governo, deciso a mettere all’asta un ulteriore blocco di frequenze. Sono quelle – di proprietà pubblica – che il governo Berlusconi avrebbe voluto regalare agli operatori tv con la procedura di favore del “beauty contest”.
Dal recepimento delle direttive arrivano anche nuovi diritti per gli utenti. Che potranno cambiare operatore cellulare, con portabilità del numero, in 24 ore (dagli attuali tre giorni); la novità si realizzerà in pratica, però, con un futuro provvedimento dell’Agcom. Aumentano gli anticorpi su Internet contro spam (le e-mail spazzatura) e violazioni della privacy. Gli operatori saranno obbligati a proteggere i dati dei propri utenti da attacchi informatici e altri abusi. Dovranno anche informare le autorità e i loro clienti in caso di violazione.
AgCom acquista ora il potere di imporre la condivisione di infrastrutture per favorire lo sviluppo di nuove reti e dovrà dialogare con il Berec (l’organismo europeo delle Authority tlc) al fine di un’armonizzazione delle regole tra i vari Paesi membri.
In questi stessi giorni, l’associazione Altroconsumo accusa Telecom Italia (in una lettera ad AgCom, Antitrust e alla Commissione europea) di aver aumentato i prezzi per le chiamate da casa ai cellulari. Cosa che andrebbe contro un orientamento voluto dalle istituzioni europee. «I rincari sono di 2,8 cent al minuto, secondo i nostri calcoli, e scattano dal primo luglio. Eppure la Commissione europea, d’intesa con AgCom, ha lavorato proprio per ridurre i prezzi delle chiamate ai telefonini», dice Marco Pierani, responsabile Rapporti istituzionali di Altroconsumo. Nella sua delibera, AgCom si era anche impegnata a vigilare affinché i consumatori ricevessero vantaggi evidenti dalle nuove regole. Telecom nota che in realtà non c’è stato un rincaro, ma solo una semplificazione delle tariffe (il costo non cambierà più in base all’operatore mobile destinatario della telefonata).
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