La bomba che viene da Berlino

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BERLINO – Israele ha già  armato con missili da crociera a testata nucleare tre sommergibili della classe Dolphin, costruiti a Kiel e in parte pagati dal governo di Berlino. Ne è sicuro il settimanale Der Spiegel, che dedica la copertina al contributo tedesco al potenziamento dell’arsenale atomico israeliano, e ne chiede criticamente conto al governo Merkel. I missili «Popeye turbo Slmc» avrebbero una gittata di 1500 chilometri. Potrebbero essere lanciati, attraverso tubi lanciasiluri di diametro maggiorato, con un sistema di espulsione idraulico.
Da tempo si ipotizza che questi sommergibili siano piattaforme nucleari, in grado di tenere sotto scacco l’Iran. Il settimanale di Amburgo passa adesso dal congiuntivo all’indicativo, sulla scorta di testimonianze raccolte in Germania e in Israele. Il governo israeliano non conferma, ma per lo Spiegel la reazione del ministro della difesa Ehud Barak a una domanda sui sottomarini è un’eloquente ammissione: «I tedeschi possono essere fieri di aver assicurato per molti anni l’esistenza dello stato d’Israele». Se i sommergibili fossero armati solo di siluri o di missili convenzionali, basterebbero a «assicurare per molti anni» un insuperabile vantaggio strategico?
I primi tre sottomarini costruiti dai cantieri Hawaldtswerke-Deutsche Werfte di Kiel (gruppo ThyssenKrupp) sono entrati in servizio tra 1999 e il 2000, con i nomi Dolphin, Leviathan e Tekuma. Il quarto, battezzato Tanin, è stato varato il 3 maggio scorso, e ha un nuovo sistema di propulsione. Se in emersione continua a essere spinto da un motore diesel, i motori elettrici usati in immersione sono alimentati da celle a combustible (fuel cell).
Le celle ricavano energia da una reazione tra idrogeno e ossigeno, che libera ioni positivi e elettroni. Quel che resta è acqua. I sottomarini, dotati di contenitori per l’idrogeno e l’ossigeno, possono navigare immersi per 18 giorni, silenziosissimi, e quindi difficilmente individuabili.
Nel dare notizia dell’ultimo varo, il Jerusalem Post aveva citato un ufficiale israeliano: «Questi sommergibili sono piattaforme strategiche che ci consentono di operare nel Mediterraneo come in ogni altra regione del mondo» (sottolineature nostre). Il giornale scriveva: «Siccome si reputa che possano lanciare missili da crociera dotati di testate nucleari, spesso se ne parla come di un’arma per un secondo colpo apocalittico (doomsday weapon, arma da giorno del giudizio)». Nessuna presa di distanza da quanto viene riferito (referred, reported).
Lo Spiegel ritiene di poter dimostrare che è davvero così. Sia l’ex sottosegretario alla difesa Lothar Rà¼hl, sia l’ex capo del consiglio di pianificazione militare, Hans Rà¼hle, dichiarano di aver sempre saputo che Israele intendeva montare armi atomiche sui sottomarini. Rà¼hl ne ha avuto conferma da militari israeliani.
Da documenti conservati nell’archivio del ministero degli esteri, si apprende che la Rft era informata sin dal 1961 sul programma nucleare israeliano, quando David Ben-Gurion ne parlò a Franz Josef Strauss. Ne parlò ancora l’allora ministro degli esteri Moshe Dayan al cancelliere Helmut Schmidt nel 1977.
Altri due sottomarini, il quinto e il sesto, con celle a combustione, saranno consegnati entro il 2017. Secondo lo Spiegel, Merkel ha cercato di legare la fornitura a impegni sul blocco degli insediamenti israeliani. Ma recentemente il contratto per il sesto sommergibile è stato firmato senza nessuna contropartita politica. Il governo israeliano ha in animo di ordinare altri tre sommergibili, per un totale di nove.
I due primi sottomarini, ciascuno con un valore di 225 milioni di euro, sono stati regalati dalla Rft, forse anche per farsi perdonare forniture clandestine a Saddam Hussein, per allungare la gittata dei suoi missili Scud e per la produzione di armi chimiche. Il terzo fu pagato a metà . Per i tre sottomarini a celle di combustibile già  ordinati, che costerebbero tra i 400 e i 550 milioni di euro ciascuno, la Germania si assume un terzo dei costi.
Il governo di Berlino diceva di non avere notizie sull’armamento nucleare dei Dolphin. La Spd vuole ora sapere se il governo non ha ingannato il parlamento con le sue assicurazioni sulla funzione convenzionale dei sottomarini. I verdi chiedono chiarimenti sulla rinuncia a contropartite politiche. Per il socialista Gregor Gysi, «la fornitura di sottomarini, a quanto pare già  armati con testate nucleari, è inaccettabile». La bomba politica, in Germania, è già  esplosa.


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