Ecco a voi il non-fondo sociale

Loading

La Commissione Bilancio della Camera ha deciso ieri la ripartizione di massima dei circa 900 milioni di competenza di Palazzo Chigi (detto anche “Fondo Catricalà “, quindi un fondo indistinto), destinati dalla legge di stabilità , tra specifiche finalità  di spesa sociale. La Commissione, dopo una discussione durata l’intera giornata, ha destinato quindi  300 milioni al fondo per le politiche sociali, 200 milioni al fondo per le non autosufficienze, destinato anche al sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, e 35 milioni di euro per i comuni colpiti dal sisma dell’Aquila del 2009.

Ulteriori 40 milioni di euro sono inoltre destinati a specifici interventi in territori colpiti da calamità  naturali; si prevede in particolare che l’autorizzazione di spesa relativa al fondo per la protezione civile sia incrementata di 40 milioni nel 2013 per i territori colpiti dall’alluvione del 2010 in Liguria e Toscana, da quella nello stesso anno in Veneto, dai nubifragi edi un anno fa della provincia di Messina, dalle eccezionali nevicate del febbraio scorso nelle Marche e nell’Emilia-Romagna, oltre che dal sisma del 26 ottobre in Calabria e Basilicata.

La parte rimanente dei 900 milioni rimarrà  invece nel fondo indistinto, “qualora non interverranno modifiche attraverso l’approvazione dei subemendamenti”, come ha spiegato in Commissione uno dei due relatori della legge, Pier Paolo Baretta (Pd). Quindi presumibilmente verranno utilizzati da Palazzo Chigi; come, non si sa.

Il fondo politiche sociali
Varie e diverse le destinazioni di spesa che attendono i 315 milioni del cosiddetto fondo politiche sociali, una definizione però impropria, perché non si tratta del fondo normalmente a disposizione del ministero del Lavoro (finanziato con gli altri 300 milioni), ma di una sorta di salvadanaio da cui i singoli ministeri dovranno trarre la loro parte di finanziamento.

La Bilancio ha infatti stabilito che andranno ripartiti per i seguenti obiettivi: università  (Fondo per il finanziamento ordinario delle università , fondo per i Collegi universitari, Policlinici universitari), Fondo nazionale per il servizio civile, Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, Fondo per il finanziamento delle missioni di pace, Fondo affitti, Fondo per lo sviluppo e diffusione della pratica sportiva, Comitato italiano paralimpico, Norme per favorire l’attività  lavorativa dei detenuti e Giustizia digitale.

Con quali criteri? Per ora nessuno, almeno come criterio certo. In Commissione, il relatore Baretta ha detto la sua: “Le voci che compongono l’elenco non sono in ordine alfabetico”, ha chiarito, “per esempio, il fatto che la voce relativa al Fondo per il finanziamento delle università  sia prevista all’inizio dell’elenco deve costituire un invito per il Governo”. Relativamente alle altre voci, ha precisato ancora, i relatori hanno seguito un criterio «fastidioso» ma funzionale: hanno cioè escluso tutte le voci che accedono già  ad altre fonti di finanziamento. Insomma il fondo sarebbe una sorta di zattera per disperati; il problema è che non si sa quanti milioni ciascun disperato porterà  a casa.

Il nodo della non autosufficienza
Al Fondo sulla non autosufficienza, o meglio alle politiche che dovranno intervenire in questo settore, sono andati 200 milioni di euro, da cui andranno tratti anche i fondi per i malati di Sla. Una decisione questa che ha suscitato ieri le proteste e l’indignazione del Comitato 16 novembre, che riunisce alcuni malati che da tempo chiedono al governo finanziamenti ben più cospicui (minimo 400 milioni solo per la Sla). il Comitato ha definito la decisione della Bilancio “un’elemosina, un insulto, una vergogna” e ha annunciato per il prossimo 21 novembre una manifestazione shock davanti al Ministero dell’Economia, dove alcuni malati in carrozzina, con tracheostomia, si presenteranno – scrive il Comitato – “senza ventilatore polmonare di scorta, dopo 5-6 ore si scaricheranno le batterie e moriranno per soffocamento”.

Sembra invece al sicuro la dotazione di 300 milioni per il fondo sociale vero e proprio, quello che da sempre finanzia voci di spesa destinate per esempio al volontariato e all’associazionismo (tra cui anche i bandi nazionali ex leggi 383 e 266).

La legge di stabilità  non ha certo concluso l’iter: oggi pomeriggio la discussione continua alla Bilancio (dovrebbe essere affrontato anche il problema delle detrazioni, e quindi delle donazioni), per poi approdare alla fine della settimana all’esame dell’Aula, dove potrebbe succedere ancora di tutto.


Related Articles

Una scuola su quattro non riaprirà regolarmente il 14 settembre

Loading

 Lunedì la scuola riapre in 12 regioni con frequenze parziali, orari a giorni alterni, rotazione tra didattica in presenza e a distanza, studenti senza classi, precariato di docenti e personale. Ma il 20 e 21 chiude per elezioni e referendum

Sanità, le forbici dei Governatori

Loading

Zaia, Errani, Vendola tutti d’accordo sui costi standard. Niente affatto sinonimo di efficienza, ma di definanziamento strutturale del sistema

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment