Mutui prima casa e spese mediche, Rivisti il tetto e la franchigia di 250 euro

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ROMA — Ci saranno più detrazioni sul lavoro dipendente e sui carichi familiari, ma sarà  rivista anche la stretta sugli sgravi: non solo non ci sarà  più la retroattività  (il nuovo regime scatterà  infatti nel 2013 e non più nel 2012) ma si interverrà  anche nel merito della manovra su detrazioni e deduzioni. L’obiettivo è di togliere alcune voci dal tetto di 3mila euro, in particolare gli interessi passivi del mutuo. Ma anche di rivedere la franchigia di 250 euro, a partire dalle spese mediche, che potrebbero essere escluse oppure considerate nel loro insieme anziché per singola ricevuta. È possibile anche un aumento delle risorse per detassare il salario di produttività . 

Sono queste le ultime novità  che emergono dalla discussione in corso tra i relatori di maggioranza alla Legge di Stabilità , Renato Brunetta (Pdl), Pier Paolo Baretta (Pd) e Amedeo Ciccanti (Udc), in vista delle modifiche alla manovra che gli stessi presenteranno la prossima settimana, dopo l’intesa raggiunta mercoledì scorso con il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. 
I paradossi della franchigia
Sul togliere le spese per i mutui dal tetto di 3 mila euro c’è un largo consenso, tanto più che essendo questo limite valido per l’insieme delle spese detraibili, chi ha un mutuo fa presto a raggiungere i 570 euro sottraibili dall’imposta (il 19% di 3mila euro) e non può quindi detrarre nient’altro. Ma anche sulla franchigia la volontà  di intervenire è forte. Spiega Baretta: «Sarebbe meglio escluderla per le spese sanitarie. La norma della legge di Stabilità  va sicuramente rivista perché produce effetti paradossali in quanto la franchigia si applica a ogni singola spesa». Questo significa, continua il relatore, che se una persona sostiene molte spese mediche e farmaceutiche durante l’anno ma nessuna di queste singolarmente supera i 250 euro, non può portare in detrazione nulla, anche se ha speso molte migliaia di euro. Al contrario un’altra persona che in un anno ha una sola ricevuta, poniamo di 400 euro per una prestazione specialistica, può detrarre dall’imposta il 19% della quota eccedente 250 euro, quindi in questo caso 28,5 euro (il 19% di 150 euro). 
Migliora il fabbisogno
Ovviamente tutte queste modifiche dovranno fare i conti con le coperture finanziarie necessarie. Infatti, il governo ha posto un limite invalicabile: gli emendamenti non devono cambiare i saldi della manovra, che dovrà  quindi sempre assicurare il pareggio di bilancio nel 2013. In questo senso, buone notizie sono arrivate ieri dalla rilevazione sul fabbisogno di ottobre. Anche se nel mese è aumentato (13,1 miliardi rispetto a 1,9 miliardi dell’ottobre 2011), nei primi dieci mesi del 2012 il fabbisogno complessivo è migliorato, scendendo a 58,5 miliardi rispetto ai 60,9 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Un andamento, commenta il ministero dell’Economia, «coerente con il trend ipotizzato per il raggiungimento dell’obiettivo annuo». Le entrate vanno bene, dice il Tesoro, e «si evidenziano minori pagamenti di interessi sul debito pubblico». Il dato negativo di ottobre è invece condizionato dall’«erogazione di 5,7 miliardi a favore dell’European Stability Mechanism (Esm)», il cosiddetto fondo salva Stati, e dal «venir meno dell’introito di circa 2,8 miliardi» realizzato un anno fa con l’asta delle frequenze 4g (banda larga).
Il nodo delle coperture 
Ma torniamo alla legge di Stabilità . Con l’abbandono del disegno iniziale, che prevedeva il taglio di un punto delle prime due aliquote Irpef sui redditi fino a 28 mila euro, si liberano risorse nel 2013 per 4,3 miliardi circa. Quasi 1,2 devono però essere destinati a coprire il mancato aumento di un punto dell’aliquota Iva al 10% dal prossimo mese di luglio. Inoltre, per eliminare la retroattività   al 2012 della stretta su deduzioni e detrazioni serve poco più di un miliardo. Dei 4,3 miliardi ne restano quindi circa 2. Secondo l’intesa di massima tra maggioranza e governo, dovrebbero essere destinati in particolare alla riduzione del cuneo fiscale, cioè la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il salario netto che va al lavoratore. Ma se si interverrà  anche per mitigare la stretta a base di tetti e franchigie, che, al netto della retroattività , vale un miliardo, il tesoretto per tagliare il cuneo si alleggerirà  di conseguenza.
Meno detrazioni
Appare molto probabile un aumento delle detrazioni sul lavoro dipendente. Oggi, quella base, pari a 1.840 euro per chi ne dichiara non più di 8mila, si riduce progressivamente fino ad annullarsi per chi ha redditi superiori a 55mila euro l’anno. L’incremento di questo sgravio sta particolarmente a cuore al Pd. Ma si interverrà  anche sui carichi familiari, cavallo di battaglia dei centristi. La detrazione sui figli oggi è al massimo di 900 euro (mille per i disabili), anche qui decrescente, fino a scomparire per chi guadagna più di 95mila euro (110mila con due figli). Quella sul coniuge, 800 euro di base, si annulla sopra gli 80mila euro. Di quanto saliranno queste detrazioni? Dipende appunto da quanto dei due miliardi a disposizione per il 2013 si utilizzerà  per questo scopo e da quanto verrà  invece destinato a modificare franchigie e tetti, come vorrebbe Baretta, oppure a rafforzare la dote per la detassazione del salario di produttività , come invece propone Brunetta. Il relatore del Pdl chiede addirittura di raddoppiare lo stanziamento del governo (1,2 miliardi nel 2013 e 400 milioni nel 2014). In particolare sul 2014 sembrerebbe esserci spazio. E sempre nel 2014 dovrebbero arrivare sgravi per le imprese, forse sull’Irap. 
Esodati 
Oltre alle modifiche che riguardano l’impianto della manovra restano numerose questioni collaterali da risolvere. Per esempio, trovare nuove risorse per gli esodati, i lavoratori che dopo la riforma delle pensioni rischiano di trovarsi nei prossimi mesi senza lavoro e senza pensione. Giuliano Cazzola (Pdl) propone «un contributo di solidarietà  sulle baby pensioni a valere sulla quota eccedente il trattamento minimo. Si tratta di una platea di circa 500mila persone per una spesa annua di oltre 9 miliardi. Così la copertura per la tutela degli esodati resterebbe nell’ambito del sistema pensionistico e avrebbe un segno di equità ». Intanto, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, avverte il governo: «Se non si correggono i tagli agli organici delle forze di polizia la legge di Stabilità  non è votabile. Così come, senza modifiche, finirà  nel cestino il regolamento sulle pensioni del comparto sicurezza-difesa», quello approvato di recente dal consiglio dei ministri che prevede un piccolo e graduale aumento dell’età  pensionabile, da 60 a 62 anni.
Enrico Marro


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