Nuovi quartieri e infrastrutture Nel “Piano città ” per la crescita due miliardi e 100mila posti

Loading

Ripartire dalle città  per rilanciare l’economia e l’occupazione. Ricominciare mettendo a nuovo centri storici abbandonati e aree industriali dismesse, costruendo parcheggi o ridando vita a vecchi ospedali. Riacciuffare l’edilizia — uno dei settori che più stanno patendo la crisi — e utilizzarla come volano per rimettere in circolazione soldi e lavoro. L’importante è fare in fretta utilizzando gli investimenti già  sul piatto e i progetti che molti Comuni hanno già  varato. E’ questa una delle mosse del governo per passare dal rigore alla crescita. L’operazione è già  avviata: il decreto Sviluppo oggi pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale contiene una norma che lancia il «Piano per le Città » e che avvia la tempistica dell’operazione. Tutto ruoterà  attorno alla Cabina di regia (costituita, fra gli altri, dal ministero dello Sviluppo, Infrastrutture, Economia, Beni culturali, Regioni, Anci e Demanio) chiamata a valutare i piani e a decidere i finanziamenti e che sarà  istituita per decreto entro luglio.
Ma le «idee» stanno prendendo corpo. Sedici città  capoluogo di provincia hanno già  inviato i loro progetti (Ascoli Piceno, Bari, Bologna, Caserta, Firenze, Genova, Livorno, Napoli, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Piacenza, Roma, Siracusa, Verona), cinque stanno per farlo (Lecco, Palermo, Reggio Emilia, Torino, Varese) e una decina di Comuni si è già  candidata a partecipare, Venezia è quasi pronta, altri piani arriveranno.
Al centro della complessa manovra c’è Mario Ciaccia, viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, che spiega le cifre dell’operazione. «Sul piatto — specifica — il governo mette 2 miliardi di euro: risorse finora in ordine sparso, dotazioni già  stanziate e in parte recuperate da progetti terminati o mai avviati. Non sfiliamo niente dalle tasche dei cittadini, semmai ci rimettiamo dentro qualcosa: a regime stimiamo che l’operazione possa creare 100 mila nuovi posti di lavoro». Per regime s’intendono due-tre anni, ma Ciaccia precisa che «i primi cantieri dovranno essere aperti entro l’autunno: il decreto che istituirà  la Cabina di regia fisserà  i tempi di presentazione dei piani e i criteri per ottenere il co-finanziamento.
Ma una volta approvati i progetti, i lavori dovranno iniziare subito, e se non rispetteranno i tempi ritireremo i finanziamenti».
La parte più corposa dei finanziamenti statali arriva comunque dalla Cassa Depositi e Prestiti (1 miliardo e 600 milioni, mentre dal ministero delle Infrastrutture arriveranno 224 milioni), istituto sul quale sarebbe in arrivo un decreto fatto ad hoc per sbloccare altre risorse: il regolamento attuale prevede infatti che la Cassa possa co-finanziare operazioni locali solo per il 40% dell’importo, il governo sta valutando l’ipotesi di togliere tale limite. «Si calcola che un miliardo investito in edilizia ne metta in moto, indotto compreso, tre» dice il viceministro. Il valore del piano città  dovrebbe quindi raggiunge i 6 miliardi e mezzo.
«Faremo presto e bene — afferma Ciaccia — riqualificare un quartiere significa salvare il territorio, creare sviluppo, lavoro, ridare dignità  alle persone. E’ l’iniezione di fiducia che ci serve».

Firenze / Mega-parcheggio e piazza giardino per far decollare il Teatro del Maggio    


Firenze candida il nuovo Teatro del Maggio. O meglio, le opere collaterali, che consistono in un parcheggio interrato di 500 posti e la piazza giardino antistante (oltre 20mila metri quadri). Nella restante area è prevista la trasformazione del complesso industriale dismesso in un complesso residenziale. Gli interventi proposti dal Comune di Firenze (co-finanziamento complessivo richiesto di 27 milioni), prevedono anche la demolizione e la ricostruzione della scuola secondaria Dino Compagni. Il nuovo Teatro si trova vicino al Parco delle Cascine, nell’area ferroviaria della Leopolda, ed è una delle poche realizzazioni inaugurate del pacchetto del 150mo dell’Unita d’Italia. Finito nell’inchiesta sulle «Grandi opere», il nuovo Teatro è stato inaugurato a dicembre: mancano ancora 40 milioni di euro per le macchine della torre scenica, senza le quali non possono essere allestite le opere. Questa estate è stata inaugurata la cavea che si trova sul tetto, un anfiteatro con una vista mozzafiato sulla città .

Bologna / Alloggi sociali, scuola e centro culturale così verrà  riqualificato un quartiere    


Il progetto presentato da Bologna riguarda la riqualificazione del Mercato Navile, una zona centrale degradata e marginalizzata a partire dalla dismissione del mercato ortofrutticolo avvenuta sul finire degli anni ’90. Si tratta di un’area di circa 28 ettari localizzata a nord della stazione ferroviaria, dove è già  sorta la nuova sede degli uffici comunali.
La Giunta prevede di costruirvi oltre 300 alloggi da affittare a canone sociale, una scuola, un centro culturale di quartiere e una piazza coperta ricavata dal riutilizzo della pensilina del vecchio mercato. Il progetto sul tavolo del Ministero prevede anche interventi sulla viabilità  del quartiere e sull’offerta di servizi pubblici: l’idea è quella di mettere in comunicazione parti della città  storicamente separate. E’ un progetto strategico in un’area nevralgica dove stanno sorgendo altri moderni insediamenti. Il piano è immediatamente cantierabile ed è già  finanziato dal Comune con 52 milioni di euro. Ora partecipando al «Piano per le città » Bologna chiede un cofinanziamento di 26 milioni.

Bari / Urban center, bacino nautico e acquario per rilanciare il San Girolamo-Fesca    


Un progetto integrato, cucito nelle maglie di requisiti del ministero dello Sviluppo economico e finalizzato al rilancio urbanistico, territoriale e socio-economico, nell’ambito del piano nazionale per le città . Rinasce così, a Bari, con un cofinanziamento richiesto di 43 milioni 897 mila euro, il quartiere San Girolamo – Fesca, allungato sul mare. Ed è proprio dal mare che riparte la riqualificazione urbana, paesaggistica e ambientale, come immaginato dal Comune che ha proposto al ministro Passera la propria idea di rilancio. Costruire una nuova immagine, utilizzando l’acqua. E poi, pedonalizzare e attribuire nuove funzioni al fronte mare, collocando piazze e teatri all’aperto. Incentivare la balneazione, il tempo libero, la ristorazione, realizzare un bacino nautico e un acquario. Previsti anche un Urban center per attività  sociali, culturali, musicali e un Centro sociale per i giovani. Rafforzata la mobilità  sostenibile, con parcheggi e il collegamento della mobilità  interna con quella intermodale urbana, arrivando anche alla rete ecologica ciclabile di Lama Balice.

Napoli / Porto, Centro direzionale e Vigliena la zona orientale cambierà  volto    


A Napoli i progetti prevedono co-finanziamenti per 55 milioni di euro destinati a interventi in tre aree. Tutte si trovano nella zona orientale, e toccano il porto, il Centro direzionale e Vigliena. Il primo intervento riguarda la riqualificazione della strada lungo il confine portuale e delle aree della Marinella, il principale asse di accesso alla città  da Est e dalle autostrade. Si prevede un riassetto urbano per circa 3,5 chilometri, con nuovi dei marciapiedi e banchine di fermata dei mezzi pubblici, abbattimento di barriere architettoniche e potenziamento dell’illuminazione. Il secondo capitolo prevede miglioramenti dei collegamenti con il Centro direzionale: una nuova stazione della metropolitana e l’adeguamento di quelle esistenti. Terzo punto, San Giovanni a Teduccio e l’ex area Corradini. La parte che rientra nel piano sarebbe quella entrata a far parte del complesso del nuovo porto turistico di Vigliena, al suo interno dovrebbero avere sede un ristorante, spazi commerciali, uffici di servizio, accoglienza e altre strutture portuali a terra.

Roma / Con la valorizzazione di Pietralata rinasce il Sistema direzionale orientale   


Se ne parla dal 1957, quando l’allora sindaco di Roma Salvatore Rebecchini immaginò di sviluppare la città  anche a est, trasferendovi ministeri e uffici pubblici. Nacque da quella intuizione il Sistema direzionale orientale (Sdo) che ora il governo potrebbe trasformare in parte in realtà . Il “Contratto di valorizzazione urbana di Pietralata” è il progetto su cui si punta. Trentatré i milioni chiesti allo Stato per riqualificare un comprensorio di 182 ettari in cui – secondo i tecnici – il sistema di mobilità  sarebbe comunque in grado di reggere il massiccio intervento edilizio (oltre 2,5 milioni di metri cubi fra terziario e residenziale). L’area è infatti servita sia dal metrò sia dalla stazione Tiburtina. Fra gli interventi in programma: nuove infrastrutture, alloggi in housing sociale, parcheggi, scuole e uffici pubblici.

Genova / Dalle banchine alla metropolitana i trasporti al centro della pianificazione    


Nuove infrastrutture nel porto, per spostare i container via treno e per alleggerire il peso del trasporto su gomma. Poi la reindustrializzazione delle aree dismesse in Valbisagno, spazi immensi da bonificare e rimettere sul mercato. E tanto altro ancora. E’ lungo l’elenco delle opere che Genova sottopone al governo. Nella scheda la richiesta di co-finanziamento è di 862 milioni e 548.243 euro. Due gli ambiti individuati: San Tedoro-Lagaccio e Valbisagno-Valpolcevera-Ponente Cittadino. Da anni, ad esempio, per alleggerire la pressione del traffico, la città  spinge per avere una nuova tramvia in Valbisagno, una linea riservata per tram o bus elettrici lungo l’argine del torrente Bisagno. Un altro progetto infrastrutturale che potrebbe essere sostenuto dal piano nazionale per le città  riguarda la metropolitana in Valpolcevera.


Related Articles

L’estremo saluto di Fca a Marchionne, sirene e fabbriche ferme

Loading

Il manager, 66 anni, è morto nella clinica di Zurigo dove era ricoverato da giugno. Il titolo perde il 15,5% a piazza Affari

Operai angosciati: “Ci rubano la solidarietà  è come scatenare una guerra tra poveri”

Loading

Tra i metalmeccanici dello stabilimento di Pomigliano dopo la decisione del Lingotto sullo “scambio” assunzioni-mobilità 

Rapporto Svimez: servono 15 miliardi per garantire il «reddito» a 1,8 milioni di famiglie

Loading

Rapporto 2018. Gli investimenti del governo non coprirebbero tutti i potenziali aventi diritto di cui tuttavia non è stata ancora tracciata la platea definitiva

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment