Un pensionato su due sotto i mille euro

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ROMA — Un Paese con il 52% dei pensionati Inps (7,2 milioni di cittadini) con redditi pensionistici inferiori a mille euro. E con 3,9 milioni di lavoratori toccati nel 2011, per periodi più o meno lunghi, da un ammortizzatore sociale (cassa integrazione, indennità  di mobilità , di disoccupazione), cioè quasi un terzo dei 13 milioni di lavoratori iscritti all’Inps. Questa la fotografia scattata dal Bilancio sociale 2011 dell’istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua, presentato ieri a Roma.
Le prestazioni pensionistiche in essere nel 2011 sono circa 18,3 milioni, con un leggero aumento (+0,2%) rispetto al 2010, per una spesa di 194,4 miliardi, l’1,7% in più. Di queste, 14,8 milioni sono pensioni previdenziali (+0,6%), che hanno cioè alle spalle un periodo lavorativo. Per esse la spesa è stata di 169,9 miliardi (+ 2,5%). Sono invece più di 3,5 milioni le prestazioni assistenziali (pensioni e assegni sociali, pensioni di invalidità  civile), diminuite dell’1,4% sul 2010, per una spesa di 24,5 miliardi, in linea con l’anno precedente. All’interno di quest’ultima voce l’esborso maggiore riguarda le pensioni d’invalidità , che hanno assorbito 16,1 miliardi (circa mezzo miliardo in meno del 2010) quasi 13 dei quali per i soli assegni di accompagnamento. L’aumento della spesa complessiva, si legge nel rapporto, «è dovuto essenzialmente alla perequazione automatica (l’adeguamento all’inflazione, ndr), fissata per il 2011 all’1,6% e all’incremento del valore medio delle pensioni liquidate».
La scomposizione dei pensionati e dei redditi pensionistici Inps per classe d’importo vede il 17,2% del totale, quasi 2,4 milioni di persone, con assegni inferiori a 500 euro al mese. Un altro 34,9%, pari a più di 4,8 milioni di pensionati, prende tra 500 e mille euro. Il 24% (3,3 milioni) sta fra mille e 1.500 euro, e così via. Sopra 3 mila euro al mese c’è il 2,9% dei pensionati (400 mila circa). Il 74% dei pensionati percepisce una sola pensione, il 21% due, il 5% tre e oltre. Il reddito pensionistico medio lordo, risultante dalla somma delle prestazioni erogate sia dall’Inps sia da altri enti previdenziali è di 1.131 euro mensili: 930 euro per le donne, 1.366 euro per gli uomini.
Nel 2011 per gli ammortizzatori sociali si sono spesi 19,1 miliardi, compresi 8,3 miliardi di contributi figurativi. Cinque miliardi sono andati alla cassa integrazione, 11,6 all’indennità  di disoccupazione, 2,4 miliardi all’indennità  di mobilità . Quest’anno la spesa potrebbe essere anche maggiore, visto l’andamento record delle ore di cassa integrazione autorizzate, che si avviano a sfondare il miliardo. Di qui l’allarme dei sindacati. Le risorse aggiuntive previste, dice Guglielmo Loy (Uil), pari a «meno di un miliardo, sono del tutto inadeguate a garantire una protezione a tutti i lavoratori a rischio». Infine, alcuni altri indicatori sparsi dell’impatto della crisi. Le italiane tornano a fare le colf: quelle regolarmente registrate all’Inps sono aumentate di 23 mila negli ultimi tre anni, arrivando a 143 mila su 699 mila. Calano invece gli apprendisti: da 571 mila nel 2009 a 488 mila nel 2011.


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