In Galizia la Chiesa cattolica pagherà  l’Imu

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La cifra è bassa, ma è il valore simbolico è altissimo: 329 euro che segnano un precedente giuridico e che la diocesi galiziana di Ourense dovrà  versare al comune di Allariz per regolarizzare il pagamento dell’Ibi (l’equivalente della nostra Imu) su quattro terreni edificabili di proprietà  della curia. Così ha deciso il tribunale amministrativo respingendo il ricorso dell’arcivescovato, che aveva rispedito al mittente quattro rate della tassa municipale sui beni immobili, appellandosi all’esenzione di cui godono, secondo la legge spagnola, gli edifici appartenenti ad entità  senza fini di lucro. Una categoria in cui, evidentemente, la diocesi di Ourense contava di rientrare, come peraltro accreditato in un rapporto stilato (non senza un velo di faziosità ) dal ministero del Tesoro e ribaltato dalle autorità  amministrative.
Il giudice ha infatti rilevato nella sentenza (inappellabile) che la Chiesa «non ha dimostrato di essere un’entità  senza scopo di lucro» e ha inoltre sottolineato che i quattro terreni «non rientrano in nessuna delle tipologie contemplate dagli accordi tributari tra lo stato spagnolo e la Santa sede», i quali stabiliscono l’esenzione dall’Ibi solo per i luoghi adibiti al culto e per gli edifici annessi.
Una decisione che lascia poco margine alle interpretazioni e si attiene – secondo il testo della sentenza – a norme «molto chiare», sulle quali il sindaco di Allariz farà  leva per riscuotere i tributi corrispondenti ad altre 95 proprietà  della Chiesa presenti nel municipio galiziano, governato da 23 anni dai nazionalisti di sinistra del Bloque nacionalista gallego.
Sarebbe letteralmente una benedizione per il piccolo paese (6.000 abitanti) della provincia di Ourense. Poca cosa, in ogni caso, rispetto ai 900 milioni all’anno – secondo il calcolo della laica e progressista Fundacià³n Ferrer y Guardia – che la Chiesa spagnola risparmierebbe soltanto con l’esenzione dalla tassa sui beni immobili. Una cifra che, sommando tutto il ventaglio di esenzioni fiscali, i finanziamenti a centri educativi e sanitari e quelli destinati al patrimonio artistico, ascenderebbe a 10 miliardi annui, stando a quanto riporta il quotidiano di sinistra Pàºblico. Sempre secondo i calcoli della fondazione Ferrer y Guardia, la Chiesa possiederebbe nel paese iberico 100.000 proprietà  che occuperebbero circa 120.000 ettari di terreno: il 70% del suolo abitabile di città  come Toledo, Avila, Burgos e Santiago si estenderebbe – si stima – all’ombra del crocifisso.
Un tema, questo dei privilegi della Chiesa cattolica, su cui la sinistra spagnola ha dimostrato storicamente una certa sensibilità . Il Psoe ha più volte proposto una revisione degli accordi tributari con il Vaticano e l’ultima iniziativa a favore della trasparenza fiscale risale all’inizio del mese in corso, quando il deputato socialista Juan Moscoso ha chiesto al governo di rendere conto del costo delle esenzioni tributarie per il pubblico (e laico) erario.


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