Lavoro e giovani, dall’Ue risorse per 9 miliardi

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BRUXELLES — Il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea è stato criticato per non aver fatto emergere visioni e strategie di ampio respiro. Le decisioni e le prospettive indicate nelle 13 pagine delle «Conclusioni» rappresentano comunque la volontà di procedere almeno un po’ più velocemente ed efficacemente rispetto al passato per rilanciare la crescita e l’occupazione. Il premier Enrico Letta ha spiegato che, insieme agli altri 26 leader, è stato condiviso che è assolutamente ora di smuovere e velocizzare quello che loro stessi hanno definito un «pachiderma».

Per rispettare questo obiettivo il summit ha puntato su tre percorsi a loro modo integrabili e complementari. Nella parte occupazionale, che punta ad affrontare il drammatico problema di circa 5,6 milioni di giovani disoccupati europei, è racchiusa anche l’ambizione di ottenere consenso politico da parte dei comuni cittadini, in fasce crescenti sempre più scettici sui benefici in arrivo da Bruxelles (e soprattutto timorosi per le frequenti misure di austerità).

Il piano di potenziamento della banca comunitaria Bei è sostanzialmente riservato agli addetti ai lavori del settore creditizio-imprenditoriale. Ma si propone di aumentare i finanziamenti in grado di stimolare la crescita e l’occupazione, incidendo sull’intero mercato del lavoro e aiutando le piccole e medie imprese a ripristinare un adeguato accesso al credito, diventato scarsissimo a causa del cosiddetto credit crunch provocato dalla crisi.

Il progetto di unione bancaria può rilanciare le critiche su un’Europa che ha promosso e avallato oltre mille miliardi di aiuti pubblici per le banche, mentre solo somme minime sono state contemporaneamente stanziate per le spese sociali. I capi di governo l’hanno spiegato, però, come l’insieme di meccanismi grazie ai quali gli Stati e l’Ue non dovrebbero essere mai più costrette a impiegare capitali immensi per i salvataggi bancari. In pratica, senza la necessità di stabilizzare il sistema creditizio e coprire i buchi provocati dai banchieri, l’Ue potrebbe concentrare le sue risorse per il rilancio della crescita e dell’occupazione.

Ivo Caizzi


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