Mercato auto come vent’anni fa Fiat, vendite in calo dell’11%

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MILANO — Ad aprile, dopo 19 mesi di calo continuativo, i dati avevano fatto sperare in una piccola ripresa (+1,8%). Ieri il contrordine. Le immatricolazioni auto nel mese di maggio, ha fatto sapere l’Acea, hanno segnato in Europa un decremento del 5,9%.

Sette Paesi con il segno positivo e altri otto che hanno perso meno di quanto è calata la media europea non sono stati sufficienti a bilanciare il traino verso il basso esercitato dalla flessione di Italia, Germania e Francia. Lo ha spiegato un comunicato Unrae (Unione rappresentanti autoveicoli esteri) che ha messo in evidenza la parziale tenuta della Spagna (-2,6%) e il +11% messo a segno dalla Gran Bretagna. Male invece il mercato automobilistico tedesco (-9,9%), francese (-10,4%) e italiano che ha chiuso il mese con un -8% (a 136.129 unità). Nella sola Europa dei 27 si tratta del maggio più basso degli ultimi 20 anni.

Dati preoccupanti, che vanno ad aggiungersi a quelli pubblicati da Alix Partners che nella sua indagine annuale sul mercato automobilistico mondiale ha lanciato l’allarme: nel 2012 il 58% degli impianti auto in Europa sono sottoutilizzati (era il 40% nel 2011). «In pratica quasi due terzi degli impianti lavora a meno del 75% della capacità» ha specificato la società. È come se ci fossero dieci stabilimenti di troppo in Europa, ha titolato «Le Monde».

«Il sistema automotive ha bisogno di azioni capaci di rilanciare i consumi attraverso la riduzione del peso fiscale su famiglie e imprese» ha precisato Romano Valente, direttore generale Unrae.

Nel frattempo è rimasta invariata la classifica di aprile dei principali gruppi automobilistici per immatricolazioni: stabili ai primi due posti Volkswagen (-2,8%) e PSA Peugeot Citroen (-13,3%). Sale invece a maggio, a discapito di Renault, il gruppo Gm (-11% a 90.134). Resta sesta Fiat che però deve incassare un calo del 10,8% delle vendite di gruppo (-6% quelle del marchio Fiat) con una quota di mercato che passa a 6,8% da 7,2% dello stesso periodo del 2012. Proprio ieri Chrysler ha raggiunto un accordo con l’agenzia governativa americana per la sicurezza sulla strade (Nhtsa) sulla questione del richiamo di 2,7 milioni di Jeep. Il richiamo era stato chiesto per questioni di sicurezza, ma era stato rifiutato dal gruppo che riteneva che i modelli in questione rispondessero agli standard di crash test in vigore in Usa all’epoca in cui erano stati fabbricati. In base all’intesa raggiunta ieri, Chrysler ha fatto sapere che condurrà una campagna volontaria che comprenderà «oltre a un’ispezione visiva dei veicoli, un adeguamento della struttura dove necessario».

Corinna De Cesare


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