I morti sul lavoro scendono a 790 (-76). Infortuni in calo del 9 per cento

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ROMA -Diminuiscono nel 2012 gli infortuni sul lavoro: sono 745mila quelli denunciati, il 9 per cento in meno rispetto al 2011. Scendono anche le morti, quelle accertate sono 790 (di cui più del 50 per cento avvenute fuori dall’azienda, cioè nel tragitto casa-lavoro o con mezzo di trasporto). Lo dice il Rapporto annuale Inail (ultima data di rilevazione 30 aprile 2013), presentato oggi alla Camera dal presidente dell’Istituto Massimo De Felice. 

Nel dettaglio, a fronte di 745mila denunce, gli infortuni riconosciuti sono stati 500mila. Più del 18 per cento non è  avvenuto in azienda, ma in itinere o con mezzo di trasporto. Sul numero totale delle denunce la flessione è del 9 per cento rispetto all’anno precedente e del 23 per cento rispetto al 2008. In totale gli infortuni hanno causato più di 12 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail: in media 80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazioni, e 19 in assenza di menomazione. La maggior parte degli infortuni è accaduto nell’Industria e servizi, che conta 584.634 incidenti sul lavoro. Seguono i lavoratori assicurati all’Inail per conto dello Stato (tra cui i dipendenti della Pubblica amministrazione) con 117.465 denunce e i lavoratori dell’Agricoltura con 42.817 denunce per infortunio.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la maggior parte degli infortuni avviene al Nord: sono 221.846 le denunce pervenute all’Inail nel Nord-Ovest del paese e 229.048 quelle nel Nord-Est. Segue il Centro con 146.725 incidenti denunciati. A rischiare di più sul lavoro sono gli uomini con 487.847 denunce per infortunio contro le 257.069 delle colleghe donne. Da quest’anno nel rapporto Inail sono inclusi anche gli infortuni degli studenti nelle scuole: i ragazzi fino a 14 anni hanno subito 63mila infortuni, mentre dai 15 ai 19 anni 36.065 incidenti.

In generale, spiega l’Inail, “l’indice di sinistrosità sull’intero insieme, per gli infortuni sul lavoro accaduti negli anni 2008-2010, mostra un andamento lievemente decrescente, a livello di 2,6 ogni 100 addetti esposti al rischio per un anno, i casi mortali si mantengono al livello di 4 ogni centomila addetti”. In particolare i morti accertati sul lavoro sono stati 790 nel 2012, erano 866 nell’anno precedente. Le denunce totali sono state 1.296, di queste 481 hanno avuto esito negativo mentre 25 sono ancora in istruttoria. “Anche se i casi ancora in istruttoria venissero riconosciuti come morti sul lavoro – sottolinea De Felice –si avrebbe una riduzione del 6 per cento rispetto al 2011 e del 27 per cento  rispetto al 2008”.

La maggior parte delle morti, si legge nel rapporto, è avvenuta nel comparto Industria e servizi: 682 casi a fronte dei 98 in Agricoltura e 10 per i lavoratori assicurati per conto dello Stato. Sul totale di 790, 409 sono state le morti avvenute fuori dall’azienda: in itinere o su mezzo di trasporto. Mentre per quanto riguarda gli stranieri, i casi accertati per morte sul lavoro di cittadini comunitari sono stati 49, mentre dei lavoratori extra comunitari 63. Undici sono stati, inoltre, gli infortuni mortali che hanno riguardato i giovani tra i 15 e i 19 anni.


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