Etihad scrive ad Alitalia: riapriamo i colloqui

Etihad scrive ad Alitalia: riapriamo i colloqui

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ROMA — Il gelo si è sciolto: Etihad torna in pista per acquisire una quota fino al 49% di Alitalia. La trattativa può ricominciare. Ieri mattina a Fiumicino è arrivata la lettera degli emiratini che ha rotto un silenzio durato giorni. Come si ricorderà, la prima lettera di Etihad era stata quasi un benservito dovuto alla reticenza riscontrata in Alitalia ad aderire alle condizioni poste. A quella chiusura, Alitalia aveva fatto seguire una propria missiva in cui dichiarava la disponibilità a trattare su tutto: dagli esuberi ai debiti, dalle rotte alle manleve. Dopodiché il silenzio.
In parte già ieri si era capito che la latitanza di Etihad era dovuta anche alla necessità di chiudere un altro dossier caldo: quello della compagnia Air Berlin, acquisita al 29% nel 2012, che ha registrato perdite per più di 300 milioni e nella quale Etihad ha appena annunciato un’iniezione da 450 milioni. Completato questo passaggio, gli arabi, sottoposti a un forte pressing del governo italiano, sono riapparsi con la nuova lettera e delle condizioni definite da fonti del Tesoro «sfidanti» ma immutate rispetto alle precedenti. C’è la richiesta di circa 2.600 esuberi tra cassintegrati (che non rientreranno), contratti di solidarietà (che diventeranno uscite, soprattutto nel settore terra) e nuova solidarietà e assunzioni ad Abu Dhabi per quanto riguarda il personale di volo. C’è la richiesta di ulteriori risparmi che ieri l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio ha detto di aver già messo in programma per 100 milioni. E poi ci sono i nodi delle banche e degli aeroporti e quello assai complicato dei contenziosi aperti che pendono su Alitalia.
La preoccupazione del governo italiano «è che ci sia effettivamente un piano di rilancio di Alitalia -spiega il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi – perché non possiamo permetterci di avere una compagnia regionale, visto che siamo un grande Paese industriale». Quanto alle richieste di Etihad, Lupi, intervistato da Sky , ha aggiunto che, «a fronte di un piano industriale di rilancio, vedremo se ci sono delle ristrutturazioni che dovranno essere fatte. Non mi piacciono le ultime spiagge – ha aggiunto – ognuno deve fare la sua parte».
Sul punto Etihad non sembra pronta a concedere troppo. Solo se tutte le condizioni verranno soddisfatte in maniera chiara e inequivocabile, farà la sua proposta di acquisto. Poi si passerà al contratto, che però sarà sottoposto ad alcune condizioni che dovranno realizzarsi, su tutto il via libera dell’Antitrust Ue.
Il percorso assomiglia molto a quello che aveva tracciato Air France-Klm nella trattativa del 2008, interrottasi a contratto già pronto. Se Alitalia si trova nelle attuali condizioni «non è colpa del presidente del Consiglio» dell’epoca, ha detto ieri Silvio Berlusconi, invitando a riflettere sul fatto che Alitalia «trasporta 21 milioni di passeggeri e impiega 14 mila collaboratori, mentre Ryanair ne trasporta 61 milioni e lo fa con solo seimila collaboratori». A Berlusconi ha risposto a muso duro Lupi: «Non so se si è dimenticato di essere un imprenditore quando oggi ha proposto di licenziare novemila persone in Alitalia, il che mi sembra ovviamente impensabile…».
Intanto da Parigi Air France-Klm, socio al 7% di Alitalia, lascia trapelare una certa «irritazione» circa l’eventualità che Alitalia possa accettare condizioni peggiorative rispetto alle proprie. «E’ molto sorprendente che ora si parli della disponibilità dei creditori di Alitalia a ristrutturare il debito quando alcuni mesi fa la stessa operazione è stata negata», spiega all’Adnkronos una fonte.
Malumore, quindi, a Parigi. E, per la prima volta, anche una certa agitazione. «L’ingresso della compagnia di Abu Dhabi nel capitale sociale di Alitalia, se confermato, sarebbe molto preoccupante», spiega un’altra fonte. «Sarebbe una scelta sbagliata a livello europeo perché rappresenterebbe un precedente e offrirebbe a Etihad una testa di ponte al mercato europeo». Parole che lasciano capire come Air France-Klm sia solo uno spettatore dei movimenti di Etihad. I franco-olandesi hanno appena sottoscritto nuovi accordi commerciali con gli arabi: ma niente di più. Non sarà troppo tardi per averci ripensato su Alitalia?
Antonella Baccaro



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